COSENZA Si indaga sui beni patrimoniali e finanziari di Francesco Attanasio reo confesso dell’omicidio di Damiano Galizia, il 31enne di San Lorenzo Del Vallo, trovato morto lunedì 2 maggio in un appartamento in contrada Dattoli, nella zona universitaria di Rende. Il giovane, difeso dagli avvocati Gianluca Bilotta e Maria Gagliardi, ha ammesso nuovamente – come già riferito agli inquirenti la notte del primo maggio fino all’alba del 2 maggio quando ha fatto ritrovare il cadavere del compaesano – di averlo ucciso in un momento in cui ha perso lucidità, perché si è sentito aggredito dalla vittima che lo pressava per ottenere la restituzione di un prestito di 17mila euro. Gli inquirenti (le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, e dal sostituto Giuseppe Visconti) hanno avviato una serie di accertamenti sul patrimonio economico di Attanasio e anche della vittima. I magistrati vogliono trovare elementi a riscontro della attendibilità del movente del debito. Bisognerà, infatti, dimostrare se realmente Galizia fosse stato in grado di fare quel prestito e capire perché e se Attanasio ne avesse davvero bisogno. Si cercano riscontri al racconto del presunto assassino anche scavando sulla cerchia familiare della vittima: per capire con più precisione da chi sia stato effettuato il presunto prestito.
Attanasio ha confermato modalità e circostanze della lite degenerata, e ha ribadito più volte di essere affranto per quanto accaduto. Non ha omesso alcun particolare nella ricostruzione della vicenda. Una ricostruzione che coincide anche con i primi elementi emersi dall’autopsia sulla vittima. Attanasio avrebbe esploso alcuni colpi di pistola, una Beretta calibro 9 che deteneva legalmente dopo che Galizia lo avrebbe preso a schiaffi mentre gli chiedeva indietro i soldi prestati. Era stato Attanasio a far ritrovare ai poliziotti la “santabarbara”, rinvenuta in un box di Quattromiglia, in uso a Damiano Galizia. Ma, a suo dire, non era a conoscenza di che tipo di materiale la vittima avesse conservato in quel luogo: aveva però dei sospetti che lo hanno portato a segnalare quel box alla polizia. Tutto ciò qualche ora prima della lite finita in tragedia lo scorso 26 aprile. Cinque giorni dopo la confessione shock di Attanasio e il ritrovamento del cadavere di Galizia, che proprio lunedì 2 maggio è diventato papà.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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