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Spot con "Il Padrino", «volevo solo fare satira»

Riveviamo e pubblichiamo: Sono profondamente dispiaciuto e, allo stesso tempo, sorpreso per le turbe causate dal video “Il Paolino” a certe associazioni studentesche e candidati in competizione. Ma…

Pubblicato il: 13/05/2016 – 16:19
Spot con "Il Padrino", «volevo solo fare satira»

Riveviamo e pubblichiamo:

Sono profondamente dispiaciuto e, allo stesso tempo, sorpreso per le turbe causate dal video “Il Paolino” a certe associazioni studentesche e candidati in competizione. Ma sono dispiaciuto soprattutto che, uno spot che ha chiari intenti satirici, sia stato frainteso. Duole ricordare alla firmataria dell’articolo, al coordinamento cosentino di Libera, e in particolare al gruppo di Libera Unical, sotto la cui lente sono finito, che purtroppo i favoritismi nelle università italiane sono problematica di stringente attualità. Esami venduti all’università di Roma, arresti all’università di Messina, lauree tuttora sospese negli atenei della nostra regione in attesa della fine dei processi. I bottoni delle piattaforme di registrazione degli esami esistono, e non sono nella disposizione dei semplici studenti come me. Mi dispiace, inoltre, sottolineare che la stessa area che racchiude l’Ateneo è stata in passato dimora di latitanti. La mafia quindi è ancora un problema attuale, per questa ragione avevo ritenuto che un video satirico potesse aiutare ad accendere i riflettori non sulla mia persona ma sulle problematiche che, spesso nel silenzio, attanagliano il nostro territorio. Era mia umile intenzione fare della satira, il più antico strumento di lotta al potere, non propormi come il becero portatore di un messaggio diseducativo, quello del voto di scambio il quale, attraverso i valori che mi sono stati tramandati dai miei genitori, è lontano anni luce dalla mia persona. Ritengo invece che fare della satira, dell’ironia, su temi così spinosi, sia un modo per combatterli e in questo credo di essere in buona compagnia, giacché lo stesso Peppino Impastato, dalle frequenze di Radio Aut, denunciava i traffici di “mafiopoli” e di “Tano seduto”, alias Gaetano Badalamenti, uno dei più sanguinari boss di Cosa Nostra. Lo spot incriminato voleva altresì omaggiare un capolavoro del cinema, tra l’altro citato recentemente anche da un comico di spessore come Crozza, oppure dal tg satirico “Striscia la notizia”. Ritengo, questo sì, becero l’intervento del coordinamento cosentino di Libera e, in particolare, del coordinamento di Libera Unical, di cui non si ricordano particolari contributi all’interno del campus universitario, ma che evidentemente non si fa scrupoli ad intervenire nella competizione elettorale a una settimana dal voto, considerato anche che il video era online da circa due settimane. Sono pertanto lieto di aver dato modo a tale coordinamento, evanescente “costola” di un’associazione che rispetto, di avere un pizzico di visibilità in un contesto, quello universitario, che non ha mai avvertito la sua presenza. “Il Paolino” è solo uno studente che coccola un peluche, si lamenta della chiusura delle aule universitarie, a cui viene proposto di concedere i propri servizi in cambio della presentazione di tutte le sue colleghe. È triste dover spiegare la satira ma forse aver parlato di sistema di scambio di favore e di favoritismi ha toccato la sensibilità di chi ha interesse nella competizione elettorale. La mafia, come ci hanno insegnato (non il misterioso coordinamento di Libera Unical), non è rassicurata dalla satira, ma dal colpevole silenzio di chi crede che i suoi sistemi, favoritismi compresi, appartengano al passato di Francis Ford Coppola.                                                                                                          

Francesco Staino 

 

Fare satira su problemi di “stringente attualità” e incollarci sopra una campagna elettorale, confonde e non raggiunge nessuno dei due obiettivi. Lo scopo qual è? Fare satira e denunciare la corruzione dilagante o spingere gli studenti a votare per un candidato che ha un programma e che vuole combattare questi mali? I due messaggi non convivono bene insieme nel suo video, “Il Paolino”. La denuncia non arriva, tantomeno l’indignazione verso i temi trattati. Mostri i muscoli e un buon programma, signor Staino, faccia una campagna mirata e chiara. E dopo combatta il male a colpi di satira, scevra da ogni propaganda. E, magari, il paragone con Impastato lo mettiamo da parte. (ale. tru)

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