COSENZA Il Pd propone la sua lista alla città, presentata dalla voce del massmediologo Klaus Davi che sul palco dialoga con il candidato a sindaco Carlo Guccione. Un’ora di domande e risposte che hanno lo scopo di condensare la visione della “Grande Cosenza”, il rilancio della città che, nelle parole di Guccione, non sarà fatta solo di infrastrutture, che pure ovviamente giocheranno un ruolo determinante nella crescita economica del capoluogo, ma anche di quella sensibilità sociale che «in questi anni è mancata, avendo l’amministrazione uscente trascurato i bisogni dei cittadini per soddisfare l’effimero e gli amici».
Un mix di solidarietà e sviluppo, idee tutte realizzabili grazie alla presenza delle risorse economiche. Questo è un passaggio fondamentale di tutta la campagna elettorale di Guccione, rimarcare la disponibilità dei fondi necessari alla realizzazione dei tanti progetti annunciati, alcuni dei quali in realtà perfino in dirittura d’arrivo come l’apertura dei cantieri della metro leggera, la cui assegnazione degli appalti dovrebbe avvenire in tempi assai brevi.
La metro, dunque, ancora come cavallo di battaglia per annunciare una città capace di coniugarsi urbanisticamente con Rende e l’università, ma anche la linea ferroviaria, in grado di collegare Cosenza con Catanzaro in meno di un’ora. Ma non solo, l’impegno per il sociale annunciato prima troverebbe concretezza grazie ai fondi presenti in Regione e la filiera istituzionale che unirebbe la Cosenza di Guccione alla Regione di Oliverio e anche alle scelte del governo nazionale di Renzi, è nelle parole del candidato sindaco del centrosinistra la garanzia per il raggiungimento dei nuovi orizzonti annunciati.
Ma questa è una campagna elettorale assai tesa e spesso il sangue freddo e la capacità di rispondere con uguale ironia alla satira di cui si è bersaglio manca. Infatti è accaduto che quelli di Hettaruzzu Hebdo – la cui lista che sosteneva la candidatura a sindaco di Vincenzo Guru Iacoianni è stata respinta per imperfezioni burocratiche – si sono presentati sotto il palco di Guccione brandendo un piatto di pasta e patate e invitando Klaus Davi a mangiarne. La reazione del giornalista è stata molto irritata perché non avendo colto l’intento satirico del gesto si è rivolto loro chiamandoli mafiosi e invitandoli ad andare via.
Michele Giacomantonio
redazione@corrierecal.it
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