COSENZA «L’indecente spartizione degli scrutatori da parte dei componenti la commissione elettorale ci pone difronte ad un problema politico poiché, tra coloro che hanno proceduto alla nomina diretta degli scrutatori, c’è l’ex consigliere comunale del Pd, Marco Ambrogio, designato per quel ruolo, con la garanzia dell’ex capogruppo del Pd, Salvatore Perugini, dai consiglieri di opposizione». È quanto afferma in una nota l’esponente del Pse Giuseppe Mazzuca, candidato per un posto in consiglio comunale nella lista che sostiene l’aspirante sindaco Enzo Paolini. Nel mirino dell’ex consigliere comunale c’è il dem Ambrogio «che avrebbe dunque dovuto rappresentare gli interessi e le volontà dei gruppi di opposizione che lo hanno designato e che restano favorevoli al sorteggio degli scrutatori dalle liste dei disoccupati come affermato a più riprese non solo dal Pse ma anche dal segretario e dai parlamentari Pd e dalla maggioranza dei consiglieri comunali che, pur avendone diritto, hanno rinunciato alla nomina della propria quota di scrutatori preferendo dare un segnale concreto in direzione della trasparenza e della correttezza della politica. Ambrogio quindi non solo non ha tenuto conto della volontà degli altri consiglieri di sorteggiare la propria quota di scrutatori ma se ne è impossessato – abusivamente – per i propri personalissimi interessi elettorali».
Mazzuca chiede conto di tutto questo al leader della coalizione guidata dai dem, ovvero a Carlo Guccione: «Appare dunque evidente che chi si è candidato a fare il sindaco di Cosenza non può rimanere silente difronte ad una vergogna come la nomina degli scrutatori che sarà pure consentita da una norma ma rimane uno scempio morale posto in essere da un partito come il Pd che ritiene che le regole valgono per tutti ma non per se stesso e che vorrebbe imporre agli altri una morale che nei fatti dimostra di non avere. Dal candidato sindaco del Pd ci aspettiamo adesso una presa di posizione chiara e definitiva su una vicenda che rappresenta il vero paradigma del voto di scambio».
La conclusione del rappresentante del Pse ha quasi il sapore della sfida: «Se dovesse continuare a non dire niente preferendo il silenzio a parole nette e coraggiose, allora dovremmo considerare anche Guccione complice di questo sistema clientelare disposto a barattare le regole e i principi fondanti della democrazia per qualche voto in più».
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