COSENZA La nuova linfa in arrivo negli ospedali calabresi è attesa come una manna dal cielo da tutti. Dagli operatori travolti dal lavoro e, soprattutto, dagli utenti. Con i servizi messi a dura prova dal blocco del turnover e dagli effetti dei tagli, il bisogno di rimpolpare gli organici dei reparti è avvertito da anni. Ora che il percorso è iniziato un po’ dappertutto, si coltiva la speranza di un futuro più sereno nelle corsie delle strutture sanitaria. Ma ogni concorso porta con sé qualche curiosità. A Cosenza, dove le prove selettive sono iniziate da qualche tempo, il primo step ha già segnalato il paradosso di quattro medici già in servizio nel Pronto soccorso dell’ospedale Annunziata, i quali, dopo la prova scritta per la scelta dei dirigenti medici da inviare nel reparto di Medicina generale, sono risultati inidonei. In sostanza vanno benissimo per reggere l’urto delle emergenze, ma non “funzionano” tra i banchi del concorso che dovrà selezionare quattro dirigenti medici e che riserva due posti ai precari del Sistema sanitario regionale.
Per superare la prova scritta era necessaria una valutazione di almeno 21 su 30. I candidati che hanno centrato il risultato sono 23, e adesso gli toccherà confrontarsi con la prova pratica il prossimo 6 giugno alle 9,30 nella sala convegni dell’Azienda ospedaliera. Tra loro non ci saranno i quattro colleghi che lavorano già con incarichi a termine nel reparto più sovraccarico dell’ospedale cosentino. Ci saranno, invece, altri tre colleghi che – solo qualche settimana fa – erano risultati non idonei in un altro concorso. Cambiano le latitudini, passa il tempo e così le valutazioni si aggiornano.
Non si aggiornerà, almeno fino alla “fase 2” di questa nuova infornata di medici, lo stato del Pronto soccorso bruzio. Rispetto al quale si moltiplicano i segnale d’allarme lanciati dai pazienti e dalla politica. L’ex sindaco della città Mario Occhiuto parlava, nello scorso mese di marzo, di «disagi infernali e immagini di attesa da terzo mondo». Così come il leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli: «Nonostante i sacrifici e la dedizione del personale medico e paramedico, un malato terminale, ai primi di aprile, è stato lasciato per oltre 24 ore su una barella». Tutti d’accordo sulla difficoltà dell’attuale situazione, così come sulla professionalità dei medici che reggono l’urto dell’emergenza. Per quattro di loro, però, è arrivata una bocciatura dallo stesso ospedale che li aveva già assunti, anche se con contratti a termine.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
x
x