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Il Csm si schiera con il Distretto di Reggio

REGGIO CALABRIA Nell’agenda del ministro della Giustizia Andrea Orlando c’è la revisione degli organici dei tribunali italiani e c’è l’impegno del Csm ad «accendere un faro sul distretto di Reggio …

Pubblicato il: 16/05/2016 – 20:44
Il Csm si schiera con il  Distretto di Reggio

REGGIO CALABRIA Nell’agenda del ministro della Giustizia Andrea Orlando c’è la revisione degli organici dei tribunali italiani e c’è l’impegno del Csm ad «accendere un faro sul distretto di Reggio Calabria». È questo l’annuncio che ha voluto fare personalmente il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, al termine dell’incontro con i magistrati del Distretto di Corte d’appello di Reggio Calabria. «Fare il magistrato – ha detto Legnini – oggi è sempre più difficile, farlo al sud è ancora più difficile, farlo a Reggio Calabria, capitale della ‘ndrangheta, lo è ancora di più». Per questo, «anche se non sarà semplice, perché si tratta di una revisione senza nuovi ingressi, quindi ci sarà da scontentare qualcuno» – ha spiegato – quando ci sarà da discutere sulla nuova spartizione delle forze nei tribunali d’Italia il Csm è pronto a schierarsi con Reggio e i suoi magistrati, che oggi non hanno nascosto tutte le difficoltà che implica tenere la trincea lì dove la ‘ndrangheta ha il suo quartier generale.

LA CAPITALE DELLA ‘NDRANGHETA Nel Reggino, ha spiegato infatti il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho, anche le infrastrutture che avrebbero dovuto essere volano di sviluppo si sono trasformate in un business della ‘ndrangheta. È il caso del porto di Gioia Tauro, fin dalla sua costruzione nelle mani dei Piromalli, che lo hanno materialmente costruito e da allora lo amministrano. Ma la battaglia, ha sottolineato Cafiero de Raho, non è solo locale, ma nazionale, tanto che «ogni mese noi facciamo riunioni con i colleghi di Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Lazio», e internazionale. Perché – e le inchieste lo dimostrano – sull’onda lunga dell’emorragia migratoria che ha svuotato la provincia, la ‘ndrangheta ha costruito locali nel vecchio e nel nuovo mondo, che oggi fanno da sede distaccata alla casa madre che continua a rimanere in Calabria. E guadagna miliardi. Non a caso la procura di Reggio, nonostante le sue risicate forze, è la terza in Italia per misure di prevenzione.

ATTENZIONE SPECIALE A UN DISTRETTO SPECIALE Dati, numeri e circostanze che forse oggi hanno impressionato maggiormente Legnini, che ha potuto personalmente toccare con mano quello che – nero su bianco – viene scritto da tempo nelle segnalazioni e nelle relazioni che arrivano dai magistrati di Reggio Calabria. Probabilmente anche per questo, sulla riva calabrese dello Stretto, Legnini ha voluto prendere un impegno «Reggio Calabria è un posto straordinario che merita un approccio straordinario. Riferiremo interamente, e non solo al plenum del Csm, ma anche alle altre istituzioni, a partire dal ministro della Giustizia le conclusioni di questa giornata. Questo ufficio sta svolgendo un attività di preminenza nazionale, perché il patrimonio investigativo che avete accumulato in questi anni è a disposizione per un’azione nazionale e internazionale di contrasto». Per questo motivo, ha sottolineato Legnini, «qui non ci vuole solo un patto speciale per la Città metropolitana di Reggio Calabria, ma anche un patto delle istituzioni a sostegno dei suoi organi giudiziari».

«FOLLE SOPPRIMERE LA CORTE D’APPELLO» Eppure, per la commissione Vietti, proprio la città calabrese dello Stretto dovrebbe rinunciare alla sua Corte d’appello, dunque – ha sottolineato il neo presidente della Corte d’appello Luciano Gerardis, che sulla situazione degli uffici reggini ha chiesto di essere audito – alla sua Dda e al suo ufficio gip competente. Il risultato sarebbe privare la capitale della ‘ndrangheta degli strumenti per contrastarla. «La soppressione della Corte d’appello di Reggio è improbabile. Nel caso, ma sono sicuro che non sarà necessario, ci opporremo fermamente». Ancor più duro sul tema è stato Luca Palamara, membro del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che tanto ha spinto per la missione del parlamentino dei giudici nel reggino. «Personalmente ritengo che sia una scelta folle quella di sopprimere la Corte d’appello di Reggio Calabria. Sarebbe come quando in finanziaria si procede a tagli orizzontali, che non tengono conto di necessità e specificità. Sopprimere quella di Reggio Calabria, dove secondo sentenze definitive nasce e governa la ‘ndrangheta, significherebbe la soppressione di tutte le Corti d’Appello. Si tratta di un fenomeno fondamentale, il cui contrasto deve essere assunto come obiettivo prioritario del governo, anche solo per la pervasività che ha dimostrato all’interno delle istituzioni». Un principio che deve ispirare – ha affermato Palamara – anche le politiche per affrontare il sottodimensionamento di organico degli uffici. «Qui – ha sottolineato il magistrato del Csm – è un problema che non può essere paragonato ad altri tribunali proprio per le specificità del territorio».

IL “NUOVO” PALAZZO DI GIUSTIZIA Ma un passaggio del suo intervento, Palamara lo ha voluto dedicare anche all’annoso problema del “nuovo” palazzo di Giustizia. «Ho lavorato a Reggio Calabria fino al 2001. Nel 98-99 sono iniziati i lavori del nuovo tribunale e andando via, due anni dopo, avevo il rimpianto di aver mancato per un soffio l’ingresso nei nuovi uffici. È impensabile che non siano ancora completati. Qui ci sono tanti magistrati che devono affrontare un compito difficile, è impensabile che debbano affrontare anche difficoltà logistiche». A quanto pare però i soldi per completare la mega opera che i pm sono costretti a guardare ogni giorno dagli uffici della Procura sono stati trovati. A breve dovrebbero cominciare i lavori e – da programma – in due anni dovrebbero finire.

PROMESSE
Una promessa che giudici e pm di Reggio Calabria aspettavano da tempo, al pari di forze fresche per rinsaldare in ranghi di un esercito spedito in prima linea a svuotare il mare con il cucchiaino. Il Csm lo ha promesso. Valuterà con attenzione anche le proposte avanzate dal presidente Gerardi: ampliamento degli organici, incentivi economici e di carriera per chi scelga di venire a Reggio Calabria, bandi dedicati a Reggio Calabria per evitare che i nuovi ingressi servano solo a limitare le perdite. Buone notizie per i magistrati di Reggio, che sperano però che si trasformino – presto – in fatti concreti. Nel frattempo, continuano a resistere.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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