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Inquinamento da rifiuti, sigle ambientaliste escluse dal processo contro Rovito

PAOLA Al via il processo a carico dell’imprenditore Francesco Rovito, proprietario della società Alto Tirreno Cosentino, società per azioni con partecipazione di plurimi Comuni della Costa Tirrenic…

Pubblicato il: 16/05/2016 – 14:24
Inquinamento da rifiuti, sigle ambientaliste escluse dal processo contro Rovito

PAOLA Al via il processo a carico dell’imprenditore Francesco Rovito, proprietario della società Alto Tirreno Cosentino, società per azioni con partecipazione di plurimi Comuni della Costa Tirrenica, azienda che, nei primi anni 2000, è stata leader regionale nella raccolta, trattamento e trasformazione dei rifiuti. L’imprenditore, difeso dagli avvocati Roberto Le Pera e Giuseppina Carricato del foro di Cosenza, è imputato nel procedimento che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Paola.
A Rovito vengono contestati una serie di reati contro l’ambiente asseritamente commessi dal 2009 al 2011, in diversi comuni della fascia tirrenica cosentina, tra cui Scalea, Tortora e Santa Domenica Talao. Secondo l’accusa, l’azienda di Rovito avrebbe, tramite i propri dipendenti, smaltito in modo irregolare tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi, determinando la contaminazione di vaste aree limitrofe alle acque marine, mediante il rilascio di reflui liquidi e l’abbandono sul nudo terreno di rifiuti solidi urbani.
Per questi fatti, Rovito, nel 2012, nell’ambito dell’operazione denominata “Piazza Pulita”, venne dapprima arrestato su disposizione della Procura della Repubblica di Paola e successivamente scarcerato per assenza di esigenze cautelari.
Unitamente ai reati ambientali, sono contestati all’imprenditore anche reati di natura urbanistica ed edilizia, per avere realizzato illegalmente piattaforme di cemento dedicate al riversamento di rifiuti di ogni genere nel Comune di Tortora. In un caso è contestato anche il reato di furto aggravato ai danni del Comune di Scalea per la sottrazione dell’energia elettrica, da parte di dipendenti dell’azienda di Rovito, ai danni dello stesso Comune.
Nel corso della prima udienza, il Tribunale di Paola, su eccezione mossa dal collegio difensivo dello studio Le Pera, ha escluso le parti civili che si erano già costituite all’udienza preliminare ossia tutte le associazioni ambientaliste per la difesa del territorio calabrese, tra cui Wwf Calabria, Legambiente Onlus Calabria, Verdi Ambiente e Società Calabria. In particolare, il Tribunale, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha emesso un’articolata ordinanza che potrebbe fare giurisprudenza. Il Tribunale ha escluso le associazioni ambientaliste in quanto nei rispettivi atti di costituzione di parte civile non sarebbe stata dedotta espressamente alcuna concreta lesione ulteriore a quella dell’interesse pubblico generale della tutela dell’ambiente, per la cui lesione, però, è legittimato a costituirsi, ai sensi del Codice dell’ambiente, esclusivamente il ministero dell’Ambiente e nessun altro. In questa ordinanza il Tribunale, inoltre, ha fatto riferimento ad analoghi precedenti giurisprudenziali della Suprema corte.
Contro Rovito, dunque, non ci saranno più le associazioni ambientaliste che avevano già preannunciato battaglia in dibattimento, soprattutto Wwf Calabria, con richieste di condanna dell’imprenditore di svariati milioni di euro per l’inquinamento provocato a intere aree limitrofe al mare. Non è escluso che queste associazioni, possano però promuovere un’azione civile nelle sedi competenti. Ammessa, invece, la costituzione di parte civile del Comune di Scalea, rappresentato dall’avvocato Giovanni Loreto.
All’esito di tale decisione, le parti hanno formulato le rispettive richieste di prova ed è stata sentita, quale teste del pubblico ministero la responsabile dell’Arpacal di Cosenza, Rosaria Chiappetta, la quale ha confermato i preoccupanti ed allarmanti dati di laboratorio relativi a determinati campioni di terreno prelevati all’epoca dei fatti. La responsabile, però, non è stata in grado di riferire nulla in merito alla provenienza di detti campioni in quanto tale attività venne svolta dai carabinieri di Scalea, ragion per cui l’udienza è stata rinviata per sentire il comandante della Stazione dei carabinieri di Scalea, il luogotenente Ilario Castrenze. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 9 settembre.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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