COSENZA “Stampella” discussa ma fondamentale a Roma per Renzi e testimonial a Cosenza per Guccione, Denis Verdini, chiamato in città dai Morrone a dare la spinta alla loro lista e al candidato del Pd, rappresenta molte cose. Sicuramente la testimonianza di quella sponda governativa a cui il centrosinistra si riferisce quando parla di filiera istituzionale, ma incarna anche la cifra della grande alleanza che tiene in piedi il governo nazionale e che qui si ripropone in scala cittadina.
I Morrone, padre e figlio, seduti accanto a Guccione e a Galati, hanno chiamato al cinema Modernissimo le truppe a cui non è necessario spiegare le ragioni per le quali alcuni mesi si è votato a favore della sfiducia a Occhiuto. La lista della famiglia ha il suo consenso quasi a prescindere dalle posizioni occupate dai loro leader. Ma galvanizzare i militanti è sempre utile, per questo Luca sciorina i dati del degrado in cui versa la città, a dispetto dell’immaginifico racconto dell’ex sindaco «che gira i quartieri popolari con un maxi schermo, dove proietta quel che farebbe se fosse rieletto».
Il nuovo invece è rappresentato dalla certa realizzazione della metro leggera e del nuovo ospedale, «che sorgerà a Vaglio Lise».
Sono in realtà due i ragionamenti che vengono proposti alla città. Da una parte Ennio e Luca Morrone, che con Carlo Guccione spiegano la “Grande Cosenza”, costruita sul rilancio del centro storico e l’ospedale da 700 posti, basata sulle idee rese possibili grazie al Patto per la Calabria, stipulato tra Renzi e Oliverio, che presto realizzerà la Città metropolitana, assieme a Rende e Castrolibero. Dall’altra ci sono Verdini e Galati, che invece spiegano come quello che sta accadendo a Cosenza sia la verifica in scala cittadina di quanto già accade a livello nazionale, «dove non ci sono più né destra, né sinistra, ma progetti nati dalla necessità di modernizzare il Paese», come chiarisce Galati.
Perfino più diretto è Verdini che, dopo aver riepilogato le difficili sorti degli ultimi governi, giunge a quello renziano riconoscendogli il merito di essere andato oltre gli steccati, ormai a suo parere anacronistici. Esattamente «come sta facendo Guccione a Cosenza», capeggiando una coalizione unitaria, costruitasi attorno a un progetto politico, al quale aderisce anche Giacomo Mancini, giunto in ritardo e seduto in platea. Lo sguardo passa continuamente dall’orizzonte cittadino a quello nazionale, fino a evocare la necessità di votare a favore delle riforme istituzionali quando in autunno ci sarà il referendum. Intanto qui, molto prima, si sceglierà il sindaco.
Michele Giacomantonio
redazione@corrierecal.it
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