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L'uomo della nazione

COSENZA È (ufficialmente) berlusconiano, ma con una propensione al renzismo, una smaccata sollecitudine verso Oliverio e una recente infatuazione per Verdini. È impossibile inquadrare Giuseppe Graz…

Pubblicato il: 17/05/2016 – 8:16
L'uomo della nazione

COSENZA È (ufficialmente) berlusconiano, ma con una propensione al renzismo, una smaccata sollecitudine verso Oliverio e una recente infatuazione per Verdini. È impossibile inquadrare Giuseppe Graziano in uno schema politico ben definito. Lui è dappertutto, un po’ di qua e un po’ di là, a destra, a sinistra e al centro: un filogovernativo che si ritrova all’opposizione; un eletto del centrodestra che inciucia con il centrosinistra; un maggiorente con un incarico di rilievo in Forza Italia e uno scranno in consiglio regionale all’interno di un altro gruppo (Cdl). Senza dimenticare che è il fondatore di una lista che appoggerà un candidato a sindaco del Pd alle prossime amministrative.
Graziano, insomma, non è un politico normale: è l’emblema del Partito della nazione. Di più: è “l’uomo della nazione”. Un caso più unico che raro di camaleontismo applicato alla vita pubblica.

CARICHE E INCARICHI Attualmente il consigliere regionale è uno dei coordinatori provinciali di Forza Italia a Cosenza. Ma a Palazzo Campanella non siede sui banchi destinati ai berluscones, bensì tra le fila della Casa della libertà. Da quella postazione è riuscito a farsi eleggere nell’Ufficio di presidenza in qualità di “segretario-questore”, con un numero esagerato di voti da parte della maggioranza di centrosinistra, rispetto alla quale Graziano dovrebbe essere all’opposizione. Contestualmente, il consigliere di Fi-Cdl e “segretario” più che gradito a Oliverio è anche fondatore e presidente nazionale di un movimento resistente agli acronimi: “Il coraggio di cambiare l’Italia” (Icdcli). Il «meet inaugurale» (terminologia di matrice grillina) è avvenuto lo scorso 27 dicembre, a Feroleto Antico. E chi c’era tra gli ospiti d’onore? Il governatore dem Mario Oliverio, ovviamente (foto sotto). Che ha benedetto la nascita della nuova formazione politica con parole significative: «È un’entità con la quale confrontarsi». Così sarà, per l’appunto.
Graziano e Oliverio

PREMESSE Il trasversalismo camuffato da pragmatismo di Icdcli si evince dalle premesse costitutive. Ispirato dagli esempi di Giovanni Falcone, Franco Fortugno, Baden Powell e Adam Smith, “Il coraggio di cambiare l’Italia” è un nuovo «progetto politico-culturale» che persegue l’obiettivo di «innescare una nuova evoluzione di idee, plurali e democratiche, da contrapporre al sistema partitocratico italiano». E infatti il fondatore Graziano pare non tenere in nessun conto il principio di coerenza implicito in un determinato contenitore politico.

ALLEATO DEL PD A Rossano vengono superati perfino i confini del Partito della nazione. Siamo al Patto del Nazareno esplicito, Berlusconi che si allea con Renzi. Graziano è uno dei creatori della coalizione civica che sostiene il candidato sindaco Stefano Mascaro, nata da una sintesi tra Pd e Icdcli. La nascita dello strano corpaccione politico è annunciata dallo stesso Graziano e dal segretario regionale dem, il renzianissimo Ernesto Magorno.

IMBARAZZO Eletto a Palazzo Campanella con ben 9.058 preferenze, ex dg dei dipartimenti regionali Ambiente e Cultura, già commissario del Parco nazionale d’Aspromonte e direttore di quello del Pollino, in quasi due anni di legislatura Graziano ha più volte messo in imbarazzo i suoi colleghi di minoranza. «Quando c’è da votare contro le leggi proposte dalla giunta tenta di defilarsi oppure si astiene», confessa un consigliere che preferisce mantenere l’anonimato. L’imbarazzo nel centrodestra è palpabile («lui dovrebbe rappresentare l’opposizione all’interno dell’Ufficio di presidenza…»), anche perché gli altri due membri del Cdl, Francesco Cannizzaro e Giuseppe Mangialavori, hanno dato vita fin dal primo momento a un’opposizione dura e senza sconti al governo Oliverio. A differenza del “segretario-questore”, che ha invece preferito un atteggiamento più soft, più “costruttivo”.

SCENARI
Ma adesso lo scenario politico potrebbe cambiare radicalmente. Ieri Graziano ha partecipato alla cena cosentina di Denis Verdini (in piedi, nella foto in basso), alla quale erano presenti anche Pino Galati, Giacomo Mancini jr e soprattutto Ennio Morrone, ex forzista in cerca di una nuova identità politica, dopo la “congiura” (ordita assieme al figlio Luca) che ha defenestrato il sindaco berlusconiano Occhiuto. Le indiscrezioni parlano della costituzione di un nuovo gruppo in Consiglio sotto le insegne di Ala, di cui farebbe parte anche il fondatore di Icdcli.
Non sarebbe altro, in pratica, che una replica su scala regionale di quanto sta già avvenendo in Parlamento, con i verdiniani di Calabria pronti a sguarnire il centrodestra per fare da stampella a Oliverio, che ha da tempo incassato una sorta di “neutralità” da parte di Ncd.
Graziano con Verdini

L’ELEZIONE
Che il governatore e Graziano non fossero acerrimi nemici si era capito da tempo. In particolare aveva suscitato più di un dubbio l’elezione dell’ex dg regionale all’interno dell’Ufficio di presidenza. Due posti su cinque per prassi spettano alla minoranza, ma a far scalpore furono i 18 voti ottenuti da Graziano, contro i 12 dell’altro segretario-questore, Giuseppe Neri, esponente ufficiale del centrosinistra.
Sarà proprio Neri a sottolineare l’anomalia in una nota al veleno: «Sono ovviamente soddisfatto della mia elezione, ma rimane tutta in piedi una considerazione di ordine politico che riguarda i voti riportati da me e dal collega Graziano, eletto in quota minoranza. L’esito della votazione deve far riflettere il governatore e il segretario regionale del Pd, dinanzi a un risultato non certo confortante per la maggioranza stessa, che inficia, negativamente e inopinatamente, la capacità di tenuta della coalizione che i calabresi hanno scelto per governare la Calabria nei prossimi cinque anni». Analisi sbagliata: oggi, in realtà, la coalizione regge benissimo.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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