REGGIO CALABRIA Nel tentativo di non far fallire la Reggina hanno messo a bilancio attivi inesistenti, in modo da poter accedere al concordato preventivo che salvasse la società dal fallimento. Per questo motivo il gip Massimo Minniti ha convalidato il sequestro preventivo delle società Reser Srl in liquidazione (già Reggina Service Srl), Ares Srl e Amaranto Servizi Srl dell’ex presidente degli amaranto, Lillo Foti. Il noto imprenditore, oggi indagato per bancarotta concordataria e truffa insieme all’amministratore Giuseppe Ranieri, avrebbe truccato i bilanci in modo da compensare i debiti accumulati dalla società con crediti inesistenti.
Nello specifico, i due dirigenti avrebbero millantato di dover ricevere 150mila euro dalla società Juventus per la scuola calcio giovanile, ma l’accordo stretto con la società torinese prevede solo l’utilizzo del marchio “Juventus” in cambio del diritto di prelazione per l’eventuale acquisto di calciatori talentuosi. A confermarlo agli inquirenti è stato il direttore del settore giovanile della Juventus, Stefano Braghin, che senza mezzi termini ha confermato l’esistenza di un «un accordo sperimentale di sei mesi con la Reggina» ma ha escluso che fosse previsto alcun compenso per la società amaranto. Contrariamente a quanto sostenuto da Foti e Granieri, nulla deve agli amaranto la Figc, che per i due dirigenti avrebbe invece dovuto versare nelle disastrate casse della società circa 40mila euro con la Figc quale costo per l’organizzazione di corsi di formazione «presso i locali abusivamente gestiti del Centro Sportivo Sant’Agata».
Ma soprattutto – e questa è la voce più pesante in bilancio – il Comune di Reggio Calabria non ha alcun debito con la Reggina. In sede di concordato, i dirigenti avevano affermato che Palazzo San Giorgio avrebbe dovuto versare 2 milioni e 991mila euro per alcune migliorie allo stadio Granillo. Ma in realtà – si legge nel provvedimento – la società è in debito nei confronti del Comune per circa 200mila euro.
a. c.
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