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All'Arsac dirigenti scaduti. E la legalità è un optional

Sarebbe semplice, sarebbe molto semplice rispettare la legge, non all’Arsac però… All’Azienda regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura calabrese, in deroga alla normativa che informa la pubblic…

Pubblicato il: 19/05/2016 – 10:15

Sarebbe semplice, sarebbe molto semplice rispettare la legge, non all’Arsac però… All’Azienda regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura calabrese, in deroga alla normativa che informa la pubblica Amministrazione, hanno responsabilità dirigenziale due funzionari, i cui incarichi sono scaduti a inizio maggio. Dopo incarichi della durata di 3 anni quei funzionari erano stati incaricati per ulteriori due annualità (art. 19 D. Lgs. 165/01) e ora, nonostante anche le proroghe siano scadute, pare che sia assolutamente normale per il direttore generale non avviare le procedure concorsuali ovvero le selezioni sulla base di comparazione dei curricula, per assicurare gestione ordinaria dell’Azienda. Non si ha alcuna notizia in ordine a questi importati adempimenti e tutto ciò mette a repentaglio l’attività dell’Azienda. Di più, c’è il rischio della nullità degli atti che, comunque, si firmano nel frattempo. Né pare che il dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria – deputato per legge al controllo degli enti collegati – sia assolutamente preoccupato per quello che succede. Domanda: ma all’Arsac e più in generale in Calabria esiste una extraterritorialità normativa, per cui le leggi dello Stato non si applicano?
Al momento questa struttura sindacale per siglare efficacemente il contratto decentrato (2015/2018) ha dovuto depositare la seguente dichiarazione a verbale: «Davide Colace, in nome e per conto della Fp-Cgil Calabria, sussistendo dubbi circa la validità di mandato della dirigenza della delegazione di parte pubblica costituitasi per la firma del presente ccdi parte economica 2015 e normativa 2015-2018, acconsente alla sottoscrizione dell’accordo di che trattasi, fatta salva la ratifica deliberativa del direttore generale che si assume le responsabilità delle eventuali e negative conseguenze giuridiche ed economiche che dall’atto dovessero derivare».
È mai possibile che questa vicenda interessi esclusivamente la Fp-Cgil?
Perché deve essere così difficile nella nostra regione fare le cose secondo norma?
Quali resistenze culturali impediscono alle menti libere di considerare sommessamente che, con ogni probabilità, basterebbe operare secondo legittimità per assicurare la gestione corretta della cosa pubblica?
Questa struttura sindacale, assieme alla rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), ha da tempo chiesto un confronto alla giunta regionale sull’andamento e sullo stato di saluta dell’Azienda. Finora senza ricevere alcun riscontro.
Sappiamo di essere monotoni, ma noi insistiamo.

* Coordinamento comitato iscritti Fp-Cgil Arsac

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