REGGIO CALABRIA «La decisione del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto di procedere alle nomine dei rappresentanti negli enti sub regionali con il metodo del “tiro a sorte” lascia davvero stupiti». Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, i capigruppo di centrodestra Alessandro Nicolò (Fi), Francesco Cannizzaro (Casa delle Libertà), Fausto Orsomarso (Misto) e Giovanni Arruzzolo (Ncd). «Nelle scorse settimane – proseguono i capigruppo di centrodestra – avevamo rappresentato formalmente a Irto il nostro punto di vista con una lettera in cui si dichiarava all’unanimità di convergere su posizioni afferenti a principi riguardanti l’alta professionalità e ispirati ai nobili valori dell’etica manifestando espressamente la volontà di offrire quell’assist efficace per superare le diatribe nel centrosinistra, continuamente in ebollizione e litigi, per l’incapacità di trovare una sintesi tra le varie correnti e giungere ad un orientamento comune sulle scelte da fare. Adesso la pilatesca boutade (come altrimenti definirla?) di decretare le nomine lisciando la cornucopia della Dea bendata come a pretendere che le capacità e le qualità di un amministratore o di un professionista siano tutte da individuare nella sorte. Sono però passati quasi cinque mesi da quando il Consiglio regionale decise di delegare al presidente il potere di surroga per le nomine, che non è, si badi bene, un affidavit cieco, ma un’altissima e delicata responsabilità politico-istituzionale per raggiungere una sintesi in merito alla spinosa questione. E invece? Le ripetute riunioni della maggioranza si sono puntualmente arenate e senza alcun risultato». «Avremmo capito, seppure non condividendo – sostengono ancora i capigruppo di centrodestra – qualora il presidente Irto avesse agito subito con il ricorso al sorteggio, all’indomani dei poteri sostitutivi conferitigli dalla massima assise legislativa calabrese, invece il ricorso al “Piano B”, oggi certifica, a distanza di tanti mesi, il fallimento politico della maggioranza. Il Pd e i suoi alleati “usi a obbedir tacendo”, stanno dunque imponendo in queste ore alla Calabria una sorta di maschera di ferro da cui sarà problematico, successivamente, ricavarne i lineamenti originari, un vulnus democratico. Egualitarismo? Magari… Si tratta invece di una chiara scelta di opportunità e di abdicazione dalla politica. Forse il centrosinistra, in futuro, vorrà appellarsi alla cattiva sorte in caso di fallimento della gestione degli enti sub regionali? E i calabresi? Dovranno forse anche loro imprecare contro la sfortuna per i ritardi con cui sono affrontati intanto tali inadempienze e di conseguenza i relativi problemi?». «La maggioranza di centrosinistra – conclude la nota – non creda di raggirare i calabresi. Il presidente Irto, invece, spieghi in Aula, in una seduta di consiglio regionale, cosa realmente ha impedito l’effettuazione delle nomine negli enti di gestione. Solo così sarà garantita la trasparenza e le istituzioni potranno affrontare a testa alta il giudizio dell’opinione pubblica ormai stanca per questo tergiversare inconcludente, capzioso e avvilente».
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