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Sanità, i ministeri: bocciati Oliverio e l'Asp di Reggio

CATANZARO Non i reparti che scoppiano, non i debiti monstre, non la carenza di medici né i livelli di assistenza sotto gli standard della decenza. Al Tavolo Adduce interessa soprattutto che i commi…

Pubblicato il: 19/05/2016 – 14:33
Sanità, i ministeri: bocciati Oliverio e l'Asp di Reggio

CATANZARO Non i reparti che scoppiano, non i debiti monstre, non la carenza di medici né i livelli di assistenza sotto gli standard della decenza. Al Tavolo Adduce interessa soprattutto che i commissari Scura e Urbani possano lavorare in uffici confortevoli nella Cittadella regionale. La polemica è nota: i delegati del governo hanno a lungo polemizzato con il governatore Oliverio per via della mancata concessione degli spazi nella nuova casa dei calabresi di Germaneto. La querelle viene affrontata nell’ultimo verbale dell’organo interministeriale che vigila sul Piano di rientro, con una presa di posizione netta a favore dei commissari. Il Tavolo invita la Regione «a trovare adeguate soluzioni» e la invita «a fornire la massima collaborazione alla struttura commissariale in quanto organo di governo».
Le bacchettate raggiungono, in particolare, il dg del dipartimento Salute, Riccardo Fatarella, che deve «adoperarsi in tal senso», dal momento che Scura e Urbani hanno ricevuto «uno specifico mandato dal governo in ordine all’attuazione del Piano di rientro».
L’Adduce, nel corso della riunione del 19 aprile scorso, formula anche l’auspicio che la riorganizzazione del dipartimento possa rafforzare «la struttura tecnica che negli anni ha permesso alla Regione Calabria di accertare il debito pregresso e di implementare le attività di monitoraggio dei conti aziendali e regionali che rischia di essere compromessa». Come se il miglioramento dei conti e dei Lea dipendesse dalla comodità dei commissari.

ASP IN ROSSO Per fortuna non vengono affrontati solo problemi di natura logistica. Ma anche sui conti non c’è da sorridere. In particolare su quelli dell’Asp di Reggio, che continua a essere una delle realtà sanitarie più disastrate d’Italia. Il Tavolo rileva infatti «la grave criticità amministrativa e contabile» dell’Azienda dello Stretto. In più, nel verbale si ricorda che la situazione dell’Asp è stato oggetto di un specifico mandato, relativo alla conclusione della procedura di regolarizzazione dei debiti. Un traguardo che sembra ancora molto lontano.

COMMISSARIAMENTI BOCCIATI La governance delle Aziende, poi, deve essere garantita in modo diverso. Certo non con il continuo ricorso ai commissariamenti disposti dalla giunta regionale. L’interministeriale, a tal proposito, spinge per il superamento dei regimi speciali e per l’individuazione di direttori generali che abbiano dei mandati «in linea con la programmazione regionale e con il programma operativo in vigore.

IL DISAVANZO Quanto alla Regione nel suo complesso, i tecnici dei ministeri attestano a 60 milioni di euro il disavanzo al IV trimestre 2015. Dopo il conferimento delle coperture fiscali e le rettifiche dei gettiti degli anni d’imposta precedenti «residua un avanzo» di quasi 28 milioni.
Ma i tempi di pagamento restano troppo lunghi. Infatti viene ribadita la necessità che i commissari assicurino tempestivamente «tutti gli interventi possibili al fine di superare la situazione di ritardo». La chiosa è netta: «I tempi di pagamento delle Aziende sanitarie calabresi sono tra i più alti d’Italia». E, ancora una volta, il fanalino di coda è l’Asp di Reggio.

IL PROGRAMMA OPERATIVO Rilevato anche il ritardo rispetto alla riorganizzazione della rete ospedaliera così come le particolari criticità del settore dell’assistenza di sanità pubblica (adesione agli screening oncologici e vaccinazioni). Il Tavolo raccomanda inoltre un potenziamento delle aree più critiche della rete territoriale.

LA FUSIONE Note dolenti anche per quanto riguarda la fusione tra l’ospedale Pugliese e l’azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro, che «presentano complessivamente un disavanzo di circa 85 milioni di euro per le attività del 2014», a differenza dei 70 riportati nel verbale della Commissione paritetica per l’integrazione. I dubbi sulla nascita del nuovo polo “Renato Dulbecco” non sono finiti. Il Tavolo evidenzia una discordanza tra i 750 posti letto richiamati nel decreto firmato da Scura e i 700 invece presenti nel protocollo sottoscritto dallo stesso commissario e dal rettore dell’Università. Infine la prescrizione finale: la fusione non può avvenire per decreto. Proprio per questo l’Adduce attende la «prevista legge regionale».

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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