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Cosenza, ciclone giudiziario sul Comune

COSENZA Dopo oltre cinque ore, alle 13 in punto, l’ultima auto della guardia di finanza lascia Palazzo dei Bruzi. E il ciclone giudiziario che si è appena abbattuto sul Comune di Cosenza porta…

Pubblicato il: 20/05/2016 – 9:19
Cosenza, ciclone giudiziario sul Comune

COSENZA Dopo oltre cinque ore, alle 13 in punto, l’ultima auto della guardia di finanza lascia Palazzo dei Bruzi. E il ciclone giudiziario che si è appena abbattuto sul Comune di Cosenza porta un clima di tensione. Dipendenti attoniti e quasi impauriti. Dalle prime ore di venerdì i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza hanno perquisito gli uffici comunali e le abitazioni dei dirigenti e degli imprenditori finiti nell’inchiesta sull’affidamento dei lavori alle presunte ditte amiche da parte del Comune di Cosenza. Da quanto si apprende – ma in Procura vige il più stretto riserbo – risultano iscritti nel registro degli indagati Carmine Potestio, già capo di Gabinetto dell’ex sindaco Mario Occhiuto, il dirigente Domenico Cucunato, l’ingegnere Carlo Pecoraro e le ditte Medlabor (nota alle cronache per la vicenda delle famose luminarie) con il responsabile Antonino Scarpelli, gli imprenditori Francesco Amendola e Antonio Amato. I reati contestati sono corruzione e abuso d’ufficio. Al vaglio degli inquirenti delibere e affidamenti di appalti e lavori che riguardano non solo le famose luminarie che portarono Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori della cronaca nazionale. Gli affidamenti dei lavori riguarderebbero somme molto consistenti di denaro.

SEQUESTRATI SUPPORTI INFORMATICI Le irregolarità riguarderebbero le modalità di assegnazione dei lavori attraverso il sistema della frammentazione che avrebbe consentito l’affidamento diretto sotto la soglia minima dei 40mila euro prevista dalla legge per indire le gare d’appalto. Questa mattina gli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza sono stati al palazzo municipale per acquisire documentazione utile ai fini delle indagini. In particolare, sarebbero stati sequestrati 15 supporti informatici, fra cui pc, tablet e pennette usb. Perquisizioni sono state effettuate anche nelle abitazioni di alcuni degli indagati. Non si tratta, comunque, della prima acqusizione di atti disposta dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta. Diversi blitz dei finanzieri si erano registrati nei mesi scorsi nella sede municipale.

mi. mo.

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