Il pezzo che pubblichiamo qui di seguito uscirà tra qualche ora anche sul sito del Sole 24 Ore
Tanto tuonò che piovve sul super commissario ad acta, cui i governi che si sono succeduti negli ultimi sei anni hanno assegnato la cura della sanità calabrese. E piovve kryptonite che, da sostanza immaginaria nemica di quello che era chiamato nel mitico 1966 Nembo Kid, ha «mandato in soffitta» (rectius, ha bocciato sonoramente) i pretesi superpoteri e i superdecreti fatti propri dall’attuale commissario Massimo Scura. Questi ultimi idealizzati per procedere alla fusione delle aziende ospedaliere di Catanzaro. Al riguardo, era così naturale che occorresse una legge per modificare un’altra legge (lo abbiamo sempre scritto ripetutamente su questo giornale e su IlSole24Ore-Sanità) che la decisione assunta nell’ultimo Tavolo Adduce appare la scoperta dell’acqua calda. Così come appaiono tanto scontate le altre cose decise, quelle sottolineate e le ragioni commissariali di pretendere la necessaria collaborazione dell’istituzione regionale. Allo stesso modo sembrano consequenzialmente normali, in una Regione che dell’anormalità è divenuta una specialista, gli auspici interministeriali che la sanità calabrese abbia un decisore unico, nel caso di specie il commissario ad acta, sotto il profilo gestionale e che le leggi debbano essere perfezionate dall’organo regionale cui la Costituzione assegna ineludibilmente il relativo potere: il Consiglio.
In buona sostanza, nella decisione concretizzatasi all’anzidetto Tavolo Adduce – per quello che può valere un tale organismo, attesa la non sufficiente specificità giuridica che lo stesso possiede – vi è un’altra importante verità. Nella prescrizione che il medesimo fa, a proposito della prevista aggregazione ospedaliera catanzarese (di attendere una apposita legge regionale), riconosce implicitamente la illegittimità del Dca n. 30 del 3 marzo 2016. Quel decreto commissariale che, assurdamente, ha la pretesa di riorganizzare la rete assistenziale ospedaliera calabrese, impugnato al Tar della Calabria dai Comuni più sensibili alla tutela della salute delle loro collettività e non solo. Se è vero, infatti, che per modificare la legge regionale n. 11/2004 (meglio il Piano sanitario regionale che la stessa approvava), in relazione alla fusione delle due aziende ospedaliere in esso previste (Ao Pugliese-Ciaccio e Aou Mater Domini) occorre un’altra legge regionale – nel mero rispetto della gerarchia delle fonti – è anche vero che se si ha voglia di riorganizzare l’intero sistema ospedaliero occorre quantomeno un medesimo strumento. E ben pensato, a seguito nei necessari confronti interistituzionali e categoriali.
Non farlo (meglio non averlo fatto) viola la Costituzione e si offendono i calabresi, oltre che metterli in pericolo.
Dunque, dal Tavolo Adduce:
– una precisa indicazione al giudice amministrativo calabrese a ben decidere sui ricorsi posti al suo attento esame dai tanti Comuni calabresi, i più attenti agli atti di programmazione lesivi dei diritti dei cittadini (tra gli altri, Corigliano, San Giovanni in Fiore, Cetraro, Acri e Mormanno);
– ma soprattutto, un preciso mandato al consiglio regionale della Calabria. Esso riguarda la valutazione complessiva dell’assistenza ospedaliera, con conseguente programmazione di quella territoriale. Quella species assistenziale che non è mai esistita e nei confronti della quale mai alcun governo regionale ha garantito la dovuta attenzione.
Un adempimento ineludibile, quello del consiglio regionale di riprendersi l’esercizio del proprio ruolo e, dunque, di tracciare finalmente il sistema sanitario calabrese. Un modo per farlo passare dal peggiore esistente nel Paese – tanto da detenere il record nella mobilità passiva che, nel 2015, ha travalicato la soglia annua di 300milioni – ad un modello quantomeno accettabile, nel breve, e efficiente nel medio-lungo.
Un risultato politicamente e istituzionalmente doveroso conseguibile a condizione che ciascuno sappia e voglia fare ciò che si deve alla Costituzione e ai cittadini, orfani dei diritti fondamentali ovunque percepiti.
*Docente Unical
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