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«Cosentino, da sindaco, dovrebbe punire se stesso»

Riceviamo e pubblichiamo: Ci sono rari casi, e quello nella fattispecie lo è, in cui tra “botta” e “risposta” c’è il confezionamento vero e fondato della notizia. Andasse sempre così la stampa avre…

Pubblicato il: 21/05/2016 – 14:05
«Cosentino, da sindaco, dovrebbe punire se stesso»

Riceviamo e pubblichiamo:

Ci sono rari casi, e quello nella fattispecie lo è, in cui tra “botta” e “risposta” c’è il confezionamento vero e fondato della notizia. Andasse sempre così la stampa avrebbe realizzato la sua “mission”, naturalmente nell’esclusivo interesse dei cittadini, sia ben chiaro.
Alfonso Cosentino, candidato a sindaco di Cariati e autodefinitosi inguaribile don Chisciotte, nella sua lettera di risposta al Corriere in realtà completa la notizia e di questo gliene dobbiamo essere oltremodo grati. Soprattutto i cariatesi dovrebbero ringraziarlo, chiamati al voto tra un paio di settimane. Cosentino è utilissimo nella decodificazione della notizia che lo riguarda. Perché conferma totalmente che quei terreni (uno o due o altri ancora e comunque facenti tutti quanti capo allo stesso problema) non sono i suoi. Conferma che ha provato, utilizzando una legge regionale n° 18 del 2007 che offriva potenzialmente questa possibilità, a metterli in bonis. Cioè a legittimarli, a certificarne l’avvenuto possesso attraverso l’usucapione per un determinato periodo di tempo. Ma non c’è stato niente da fare, come lo stesso Cosentino poi ammette. Ma anche se non lo avesse ammesso lui il punto (il sesto, per la precisione) è contenuto nel ricorso in Cassazione che è stato sonoramente bocciato. La sentenza è del 23 settembre del 2013. La Corte è chiara. Il ricorso in toto deve essere rigettato e nel caso specifico, nel sesto punto che poi riguarda il tentativo di legittimare i terreni, altro non vuol dire che una cosa soltanto: quei terreni, caro Cosentino, sono di proprietà del demanio comunale e possono passare anche secoli di usucapione, la sostanza non cambia. Non sono acquistabili da soggetti gestori, come il Comune appunto. E poco importa se poi di sopra sono state impiantate operazioni imprenditoriali (anche di successo) magari sovvenzionate con fondi pubblici e che avrebbero richiesto invece il pieno e legittimo possesso dei terreni stessi. Possesso che non c’è e non può esserci, come da sentenza di Cassazione che sgretola ogni scorciatoia di leggi regionali in materia. Ma questa è un’altra storia, tutta un’altra storia. I terreni devono essere semplicemente restituiti al loro legittimo proprietario (il demanio) nella persona giuridica e istituzionale che è deputata a gestirli (il Comune, appunto). È da tre anni che questa sentenza, che non è un’opinione, è bella e stampata ma nessuno la porta all’incasso, nessuno la esegue. E anche questa, a ben vedere, è un’altra storia, tutta un’altra storia.
Ma il “nostro” don Chisciotte di Cariati ha ragione da vendere su di un punto e per questo lo ringraziamo per completezza d’informazione, immaginiamo anche a nome dei cariatesi. Non è affatto vero che è incandidabile né che sia ineleggibile. La tecnocrazia delle norme non si spinge fino a tanto. Cosentino è “semplicemente” incompatibile, probabilmente con se stesso. Dovesse vincere e diventare sindaco (un augurio spassionato non si nega a nessuno di questi tempi) si troverà nella non facile situazione di dover dare attuazione a una sentenza che giace da troppi anni in un cassetto che scotta. La “polvere” non sarebbe più perdonata. E così il Cosentino don Chisciotte dovrebbe ordinare “all’altro” Cosentino, quello che ricorre in tutti i tribunali fino a perdere definitivamente in Cassazione, di restituire tutti i terreni sui quali ha impiantato edificanti iniziative imprenditoriali. Cosentino contro Cosentino. Cramer contro Cramer. Il sindaco costretto a punire se stesso in ossequio niente di meno che alla legge. Il sindaco che si guarda allo specchio e vorrebbe tanto non somigliare a se stesso. Siamo in presenza di un colossale conflitto d’interessi, grottesco, questo sì certificato. Si tratta di capire, piuttosto, se aveva informato i suoi compagni di viaggio di questo grande ostacolo, cioè i candidati. Informerà anche i suoi sostenitori e cioè i cittadini durante un comizio?
Nel frattempo non allora resta che ringraziare ancora Cosentino per la sua garbata e forbita risposta. È “semplicemente” incompatibile. Ora i cariatesi lo sanno…

Paolo Siciliano
avvocato

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