GENOVA Confermata dalla Corte d’appello di Genova l’assoluzione con formula piena per Gianfranco Posa, portavoce del comitato “Natale De Grazia”, che era stato denunciato per diffamazione dalla società Ignazio Messina & C. Spa, armatrice della nave Jolly Rosso. Assolti «perché il fatto non sussiste» era stato il verdetto in primo grado del giudice del tribunale di Genova, sia per Posa che per la giornalista Lavinia Bruno, entrambi imputati per diffamazione per le dichiarazioni andate in onda, durante la trasmissione Reality “Le navi del mistero”, sull’emittente televisiva LA7 nel 2009. I rappresentanti legali della società Messina avevano impugnato la sentenza di assoluzione ai fini civili, richiedendo il risarcimento dei danni. Nella seduta del 19 maggio scorso la Corte d’appello ha invece confermato la sentenza assolutoria ed ha condannato gli appellanti al pagamento delle spese di giudizio, riservandosi di depositare le motivazioni della sentenza nei prossimi trenta giorni.
«Crediamo che le querele per diffamazione – ha dichiarato soddisfatto Posa, difeso in giudizio dall’avvocato Antonella Bruno Bossio del foro di Roma – non abbiano mai la forza di fermare battaglie civili e far tacere le richieste di verità e giustizia dei cittadini. Nel nostro impegno civico abbiamo sempre raccontato fatti documentati – ha sottolineato Posa – e chiesto verità su vicende che accendevano il dubbio nei cittadini, sui possibili pericoli per la salute collettiva. Dubbi che devono essere dissolti e per tale ragione continueremo il nostro impegno».
Le attività di Posa e del comitato De Grazia hanno avuto inizio a seguito della tristemente famosa vicenda delle “navi dei veleni” e dell’inquinamento riscontrato nel fiume Oliva. Gli attivisti del De Grazia sono impegnati proprio in questo periodo per raggiungere nel più breve tempo possibile la bonifica o messa in sicurezza dei siti inquinati nella vallata del fiume. «Troppo tempo è passato dall’interramento dei rifiuti e per tale ragione i rilievi effettuati di recente dall’Arpacal rilevano concentrazioni di sostanze inquinanti inferiori a quelle riscontrate negli anni scorsi – ha affermato Posa – e decisamente più basse rispetto a quelle che potevano essere riscontrate al momento dell’interramento, avvenuto a partire dagli anni 80. Per tale ragione, come ci hanno riferito gli stessi tecnici, “i danni alla salute dei cittadini si sono già consumati” negli anni passati senza che venissero adottati adeguati e tempestivi provvedimenti».
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