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I verdiniani spiegano il Patto del Nazareno

LAMEZIA TERME Ci ha scritto un libro per spiegare perché ha rotto con Forza Italia, dove in Toscana ha ricoperto ruoli dirigenziali, per passare con Ala il gruppo politico fondato dall’ex berl…

Pubblicato il: 23/05/2016 – 20:52
I verdiniani spiegano il Patto del Nazareno

LAMEZIA TERME Ci ha scritto un libro per spiegare perché ha rotto con Forza Italia, dove in Toscana ha ricoperto ruoli dirigenziali, per passare con Ala il gruppo politico fondato dall’ex berlusconiano senatore Denis Verdini, l’uomo che i consiglieri comunali di Lamezia Terme, passati col suo schieramento, hanno definito – facendolo incidere su una targa – un «fine tessitore». Il libro scritto dal deputato toscano Massimo Parisi, pubblicato da Rubbettino, si intitola “Il patto del Nazareno”, parte dall’accordo siglato nel gennaio 2014 tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi per procedere ad una serie di riforme tra cui quella della Costituzione. E di riforme e nuove alleanze ed equilibri politici si è parlato lunedì anche a Lamezia Terme nel corso dell’incontro per la presentazione del libro. Un incontro voluto da Francesco Granato e Salvatore De Biase, presidenti dei comitati per il “sì” al referendum confermativo sulla riforma costituzionale in programma per ottobre. All’appuntamento, moderato dal direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, erano presenti sia rappresentati del Pd che di Ala. Visti i nuovi equilibri tra Ala e il Pd, generati in particolare dalle elezioni amministrative di giugno, non è passata, per esempio inosservata la presenza di Luca Morrone, già presidente del consiglio comunale cosentino in quota Forza Italia e oggi candidato con la lista “Prima Cosenza” a sostegno del candidato a sindaco del Pd Carlo Guccione. Grande assente, per impegni istituzionali, il segretario del Partito democratico in Calabria, Ernesto Magorno. Peccato, perché avrebbe potuto dire la sua, dividendo il tavolo con Pino Galati leader calabrese di Ala, sulle scelte referendarie e sulle nuove coalizioni politiche che stanno prendendo piede in Calabria e che in taluni casi scuotono il Pd a livello nazionale. 

LA RIFORMA COSTITUZIONALE «Andava cambiata la legge costituzionale? La Magna Carta ha mille anni, la Costituzione americana ne ha trecento». L’intervento di Pollichieni è rivolto ai relatori presenti, perché prendano spunti e provocazioni. «Il patto della crostata (la cena organizzata da Letta tra rappresentanti del governo per salvare la Bicamerale voluta da Massimo D’Alema), il patto del Nazareno, vanno tutti bene, nella misura in cui partono da un dato di fatto: alla Costituzione non può metter mano un pezzo della casse politica, un pezzo del Parlamento. Alla Costituzione deve mettere mano una maggioranza molto vasta. La stabilità la vogliamo tutti certo. Ma mi dite che cosa toglierebbe alla stabilità dare al cittadino la possibilità di dire “non Magorno sceglierà per me il mio rappresentante ma me lo scelgo io”? Mi dite che cosa cambia in termini di stabilità? Non cambia niente. Cambia molto in termini di rigenerazione della politica. Siamo in una terra in cui abbiamo abolito la monarchia ma infondo la monarchia tre dinastie ci ha dato. La politica ci sta consegnando la quarta e la quinta».
«Un conto  – prosegue Pollichieni – è che ci si misuri con l’elettorato un conto è un filtro fatto dai partiti che mi dica chi devo votare. Allora probabilmente su questo andava fatta una riflessione più attenta. Certamente non andava sprecata una seconda occasione come è stata sprecata quella della bicamerale di D’Alema. E anche sul metodo: perché le riforme non possono essere fatte nella casa degli italiani? Oggi nel Paese noi ci troviamo delibere di giunte regionali e leggi che non sappiamo dove sono state partorite».
«Il Pd si era presentato nel 2013 in Italia e nel 2014 in Calabria con una coalizione di centrosinistra – è stato l’intervento di Gianni Speranza, già sindaco di Lamezia Terme con Sel e sostenitore del “no” –. Altro che rottamazione.  La Calabria, dove nel 2014 i cittadini avevano votato e fatto vincere con un larghissimo consenso il centrosinistra perché chiedevano un cambiamento reale per la nostra terra, oggi è la prima regione a pagare cara questa politica di continuità e di conservazione e di trasformismo. Ha continuato a dominare alla grande il partito unico trasversale». Speranza parla di «logica di continuo e perenne trasformismo, questa è la vera malattia del nostro sistema. Io non penso che vada bene una tendenza non fare scegliere i cittadini». 
«Noi ci siamo presi la nostra dose di insulti per le scelte che abbiamo fatto e nella convinzione di aver seguito un percorso  – ha affermato Massimo Parisi –. C’è una parte di sinistra in Italia che ha un problema che non è Verdini ma che si chiama Renzi. Ma mi si spiega – prosegue Parisi – perché l’appoggio ai gufi di Verdini andavano bene col governo Monti, col governo Letta e non vanno bene col governo Renzi?». E per quanto riguarda la Calabria? Alle domande di Pollichieni la risposta di Galati si riassume così: «Qui c’è un partito dell’indecisionismo».

 

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