COSENZA Una sciarada personale ed allo stesso tempo storica. Capace di coniugare micro avvenimenti privati di provincia con grandi accadimenti di ampio respiro che hanno segnato il corso delle epoche, la geografia politica e sociale contemporanea italica. Memorie e lembi di reminiscenze confortati da letture nobili e alcuni dati incontrovertibili. Ovvero, null’altro che “Tasselli-La storia nascosta e ritrovata”, opera prima di Lucio Aiello presentata al “Terrazzo Pellegrini” di Cosenza, salotto buono dei letterati brezi dell’omonima casa editrice. Medico con la passione, ed il talento, per la scrittura, biker, intellettuale meridionalista dalla profonda coscienza civile, Aiello offre ai suoi lettori le stazioni di un cammino materiale ma egualmente interiore che si rivela essere un percorso rivoluzionario rispetto alla storiografia dominante fin qui giunta. Volendo usare le parole della critica letteraria Teresina Ciliberti: «Un viaggio iniziato a Napoli nel 1959 che è, però, soprattutto un viaggio nella memoria. D’altronde, il tema dominante del volume – spiega la studiosa – è la revisione del processo di unificazione dell’Italia inquadrato come un’azione di conquista da parte del regno sabaudo». Ispirato, sottolineerà Walter Pellegrini «in parte da Pino Aprile ma anche da Enzo Stancati». Poiché, sostiene la struttura dell’opera, ci sono verità colpevolmente sottaciute sulle dinamiche che portarono alla morte di uno stato sovrano come quello delle “Due Sicilie”. Un regno che vantava poli d’eccellenza e che, probabilmente, non attendeva affatto di essere “liberato”. Ma si sa, la storia viene riscritta dai vincitori e «alla fine divennero tutti savoiardi». Così come declinato in un amaro epitaffio presente in un brano, dal nonno dell’allora giovanissimo autore, turbandone la coscienza, soprattutto per chi come lui si era formato sui testi di scuola convenzionali «stravedendo per Garibaldi». Sono posizioni forti quelle sostenute da Lucio Aiello – ma non del tutto abbracciate dallo storico Aldo Pugliese che ha rammentato come, ad esempio, le spese per il Welfare alla corte dei Borbone fossero inferiori a quelle per gli armamenti – inquadrate in una nuova corrente di pensiero che non esita a definire il processo di unificazione dello stivale né proficuo né vantaggioso per il sud con l’eroe dei due mondi manovrato dal «puparo Cavour» e l’impresa dei mille una sorta di «sceneggiata». Un contributo alla ricostruzione di fatti lontani che tuttavia è da considerarsi nodale se è vero che “Tasselli-La storia nascosta e ritrovata” potrebbe avere «un’utilizzazione didattica nelle classi territoriali» dirà sempre nel suo intervento Teresina Ciliberti. Eppure, il volume, come si diceva, possiede una valenza sentimentale dato che, suggerisce Maria Cristina Parise Martirano «restituisce uno spaccato di vita con valore drammatico». Insomma, un mosaico tutto da ricostruire quello contenuto negli otto intensi capitoli -arricchiti da una premessa e un’appendice altrettanto interessanti – che il lettore non farà fatica a dipanare e assaporare per scorgere un’altra prospettiva del profondo meridione tricolore.
Edoardo Trimboli
redazione@corrierecal.it
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