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Scura e Urbani possono lavorare in una roulotte

Visto il verbale della riunione del cosiddetto tavolo Adduce del 19 aprile, questa volta, diversamente dal solito, non citerò “legalità”, “giustizia”, “equità sociale”, “diritto alla tutela della s…

Pubblicato il: 23/05/2016 – 9:28
Scura e Urbani possono lavorare in una roulotte

Visto il verbale della riunione del cosiddetto tavolo Adduce del 19 aprile, questa volta, diversamente dal solito, non citerò “legalità”, “giustizia”, “equità sociale”, “diritto alla tutela della salute” etc. etc., in quanto è ormai assodato che queste cose non interessano a nessuno, nemmeno alla Procura della Repubblica di Catanzaro (fino a qualche giorno fa) né alla Corte dei conti.
Dal verbale si evince una situazione drammatica. Dal disavanzo economico in continua crescita a vari “disallineamenti” rispetto alle norme nazionali e agli stessi decreti commissariali, da numerosi ritardi nell’attuazione dei dca alla necessità di rivedere ancora una volta il decreto di riassetto della rete assistenziale, dalla necessità di una legge regionale e non certo un dca per procedere all’integrazione Pugliese/Mater Domini (cui l’atteggiamento colpevolmente remissivo dei vertici del Pugliese non ha certo contribuito alla difesa di questo ospedale) alla non ancora non ultimata nuova verifica, illecitamente richiesta dai commissari, per accertare la presenza dei requisiti della cardiochirurgia della Mater Domini, dalla perdurante (da 4 anni) barzelletta della mancanza del protocollo di intesa Regione/Università alla disastrosa situazione dell’Asp di Reggio Calabria nonostante l’autorevole presenza di tre vice prefetti… a tempo limitato, dal diffuso ritardo nei pagamenti ai creditori pur in presenza delle risorse fino al botto finale della scomparsa di ben 289 posti letto che la struttura commissariale si era vantata di avere recuperato e che, invece, ha perso per incapacità o, a mio parere, per eccesso di furbizia.
Per inciso, riporto che i commissari, in una nota inviata ai ministeri qualche mese fa, avevano auto-esaltato la loro attività giungendo ad attestare che «al di là delle cose fatte, a nostro giudizio, va sottolineato che è stato attivato un processo di rinnovamento culturale che sta dando i suoi primi risultati» e ancora che «abbiamo affrontato lo scandalo della contabilità dell’Asp di Reggio Calabria dove… ci sono di mezzo funzionari inadeguati, forse corrotti e un sistema di omertà in tutti gli ordini della società».
Per i ministeri, però, il problema prioritario in Calabria sembra essere costituito dalla sede dei commissari.
Quindi si deduce che se troviamo una sede adatta ai due eroi, autori di un processo di rinnovamento culturale nella nostra Regione a maggioranza di trogloditi, la nostra sanità diventerà d’incanto la migliore del mondo e spariranno tutti i rilievi mossi dai ministeri. Poiché Palazzo Alemanni non è proprio un tugurio, essendo stato sede della Presidenza della Regione per anni, ed essendo al momento Buckingam Palace non disponibile, si tratta evidentemente di un problema di contiguità con gli uffici regionali. 
Egregio presidente, se non vi è spazio all’interno della Cittadella ve n’è tanto all’esterno. Perché non chiedere alla Protezione civile l’assegnazione di un container o di una roulotte da sistemare in una delle piazzette antistanti gli uffici in modo da garantire ai proconsoli (e alla loro abusiva struttura speciale falsamente denominata segreteria) la contiguità con i loro pretoriani? Ove la Protezione civile fosse sprovvista di container o roulotte mi rendo disponibile, a mie spese, a fornire una tenda a due posti sicchè i commissari possano rinsaldare «l’interezza della struttura commissariale» richiesta, da sempre, dai ministeri ma esercitata a convenienza dei due eroi (vedi dca 18/2015 e dca 109/2015) con il complice silenzio degli stessi ministeri.
Poi quale sarà l’impegno mensile in termini di giorni di presenza non sta a nessuno dirlo in quanto, su specifica denuncia del M5S alla Procura di Catanzaro relativa alla scarsa presenza di Urbani (poco più del 20% dei giorni lavorativi) che, ciò nonostante, ha fruito per oltre un anno di indennità aggiuntiva legata alla “presenza continuativa” (Dpgr 21/2010) il magistrato ha stabilito che «non è chi non veda come le funzioni di alta amministrazione che sono evidentemente collegate all’incarico di sub-commissario per l’attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria conferito con delibera del Consiglio dei ministri del 29 ottobre 2013 non possono ritenersi in alcun modo vincolate alla assidua e continuativa presenza fisica presso lo stesso dipartimento regionale, potendosi le stesse ben articolare nello svolgimento di attività, di alta amministrazione, che tale presenza fisica non richiedono, ed essendo legate le valutazioni in ordine al buon svolgimento delle stesse ai risultati conseguiti e non alla presenza fisica assicurata presso gli uffici regionali” (Catanzaro 16 Settembre 2015). Quindi, tutta questa manfrina sulla sede? Di che parliamo? Cara ditta Scura&Urbani, per dirla alla Totò, «ma ci faccia il piacere!».

*Segretario Aziendale Ao di Reggio Calabria e consigliere nazionale Anaao-Assomed

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