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Nomine sorteggiate, il centrodestra annuncia ricorsi

REGGIO CALABRIA Non c’è neanche il tempo di misurare l’ampiezza del percorso innovativo appena avviato per il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, subito costretto a fronteggiare l…

Pubblicato il: 24/05/2016 – 12:33
Nomine sorteggiate, il centrodestra annuncia ricorsi

REGGIO CALABRIA Non c’è neanche il tempo di misurare l’ampiezza del percorso innovativo appena avviato per il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, subito costretto a fronteggiare l’offensiva delle forze d’opposizione. A meno di 24 ore dal sorteggio pubblico per le nomine degli organismi con funzioni di vigilanza e controllo negli enti sub-regionali (Arsac, Fincalabra, Calabria Verde ed Ente Parco), infatti, i capigruppo del centrodestra di Palazzo Campanella Alessandro Nicolò (Forza Italia), Francesco Cannizzaro (Casa delle Libertà), Fausto Orsomarso (Misto) e Giovanni Arruzzolo (Ncd), si sono ritrovati in conferenza stampa nell’aula Commissioni dell’Astronave per esprimere tutto il loro dissenso in merito al meccanismo scelto per le nomine.
«Contestiamo questo metodo – afferma Nicolò – peraltro notificato alle opposizioni via mail. Crediamo che dietro questa scelta, ci sia solo un problema di natura politica, tutto interno alla maggioranza che non ha trovato la convergenza su enti importanti come il Corecom e la stessa Fincalabra. Questioni – spiega il capogrupo azzurro – sulle quali noi abbiamo da subito offerto un contributo in chiave propositiva, specie per accelerare i tempi. Ma il metodo del “testa o croce” delegittima la politica agli occhi del corpo elettorale. Questa maggioranza è un’anatra zoppa che, però, su altri fronti continua ad affidarsi al metodo delle nomime dirette usando quindi due pesi e due misure. Trasparenza e legalità non possono essere affidate alla sorte ed è inammissibile che questa maggioranza per cinque mesi non sia riuscita ad assumere decisioni».
I quattro dell’opposizione si muovono sulla stessa lunghezza d’onda sfoggiando compatezza e una linea condivisa. E soprattutto, ci tiene a precisare il più mansueto di tutti, Arruzzolo, «una posizone pubblica chiara rispetto ad una vicenda che sembra aver toccato il fondo. La politica non deve mai eludere le proprie responsabilità».
Per questo assicura Nicolò, «stiamo valutando la possibilità di assumere provvedimenti in merito ai profili di legittimità rispetto a quanto stabilito dal presidente Irto». Le cui scelte, incalza Cannizzaro, «sono inopportune e sbagliate. Come opposizione fino ad oggi non abbiamo mai convocato conferenze stampa perché abbiamo optato per un approccio operativo costruttivo e teso al dialogo. Dopo un anno e mezzo, tuttavia, era necessario far emergere l’andazzo imperante in consiglio regionale e nella giunta Oliverio». Dal fronte sorteggi gli affondi si spostano rapidamente sulle dinamiche politiche interne al Pd che, secondo il capogruppo  della Casa delle Libertà, hanno costretto Irto ad assumere, frettolosamente e con paura, decisioni sbagliate che «segnano negativamente il regionalismo calabrese». Sul banco degli imputati Cannizzaro mette l’intera procedura adottata per il sorteggio, in particolare l’immagine dell’addetta bendata che di fatto «ci consegna il quadro di un consiglio regionale ridotto ad un grande circo».
Nel calderone del centrodestra finisce, inevitabilmente, anche la giunta Oliverio, che a detta dello stesso Cannizzaro «è incapace di dialogare con il consiglio regionale. E gli stessi dirigenti e dipendenti di Palazzo Campanella stanno vivendo una fase rilevante di sofferenza e disagio. Il calo di autorevolezza è evidente anche rispetto ad altre stagione a guida centrosinistra».
Le beghe interne al Pd, secondo Orsomarso, «tengono in scacco la Calabria e il sorteggio in questo contesto, è un atto di arroganza e irresponsabilità». E se è vero che in passato la politica ha commesso gravi errori, «è pur vero che prima almeno c’era una chiara assunzione di responsabilità. Abbiamo creduto nel presidente Irto sin dall’inizio, figura giovane e libera da vincoli. Ma non siamo in un asilo infantile e bisogna tenere conto delle discussioni e del confronto che avviene nelle riunioni, spesso convocate anche d’urgenza, dei capigruppo. Stupisce, inoltre, che sia un reggino a svilire il consiglio regionale. Se l’istituzione perde ogni significato tanto vale spostarla a Catanzaro».
Inutile poi appellarsi alla legge che prevede il sorteggio dei revisori nei comuni, «perché si tratta – evidenzia Cannizzaro – di una norma che i sindaci maledicono ogni giorno e che non ha prodotto risultati apprezzabili specie in termini di costi, con figure spesso che spesso vengono da altri centri». 

l.d.a.
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