CATANZARO «La realizzazione di tutti gli interventi previsti, fermo restando il reperimento delle risorse necessarie, potrà concludersi entro la fine del 2019». L’ultima ordinanza sulla gestione dei rifiuti contiene le disposizioni per arginare l’ennesima crisi e qualche dato di prospettiva su ciò che verrà. Cioè la rivoluzione annunciata mesi fa dal governatore Oliverio. È ancora lontana, almeno stando al contenuto dei documenti sottoscritti nel dipartimento Ambiente. Ritardi fisiologici per gli impianti. E istituzionali per la costruzione dell’architettura del nuovo sistema. «Il nostro obiettivo – diceva Oliverio nel giugno 2015 – è di costruire entro due anni un sistema virtuoso per mettere la Calabria al passo con le realtà più avanzate del nostro Paese. Un obiettivo ambizioso che si può realizzare a condizione, naturalmente, che ognuno faccia la sua parte». Forse un po’ troppo ambizioso, visto che, dopo meno di un anno dall’annuncio, gli atti ufficiali fanno già slittare la realizzazione degli interventi. Obiettivo 2020, cioè la fine della legislatura. E speriamo che l’idea di lasciare un dono d’addio ai calabresi, nonostante i ritardi, si traduca in realtà.
LO STATO DELL’ARTE L’obiettivo è quello di ridurre il ricorso alle discariche a meno del 20% dl rifiuto totale prodotto. Traguardo da conquistare gradualmente. Così come gradualmente si completerà il quadro degli impianti da rinnovare o progettare. Per Catanzaro-Alli e Reggio Calabria-Sambatello (i due in fase più avanzata) si prevede l’entrata in funzione nel corso del 2018. Rossano è più indietro: «Ci potrà essere uno slittamento per la fine del 2018 per la completa operatività». Il nuovo impianto da costruire in provincia di Cosenza, invece, è un punto interrogativo: la proposta del nuovo Piano di gestione dei rifiuti ne demanda la realizzazione alla Comunità d’ambito, che è ancora «in via di costituzione». Per le strutture di Crotone, Gioia Tauro e Siderno (tutte esistenti) «si prevede l’operatività entro il 2019». Il disegno andrà, poi, completato con un sistema di discariche di servizio «con volumetrie adeguate per lo smaltimento degli scarti delle lavorazioni degli impianti tecnologici di trattamento/recupero». Sommando tutti gli elementi (e incrociando le dita, soprattutto per l’affaire cosentino) il risultato dà la fine del 2019.
LA SFIDA SULLA DIFFERENZIATA Entro il 2020, la Regione conta pure di conseguire un altro degli obiettivi cardine: quello di portare la raccolta differenziata al 65%. Si parte, in questo caso, dalle freschissime parole del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: ««Non sono soddisfatto dei dati ambientali che riguardano la Calabria, anzi sono amareggiato perché mentre altre regioni si accingono a raggiungere gli standard europei per la raccolta differenziata, alcuni addirittura con l’80%, Reggio Calabria ha l’11.7% della differenziata, la regione complessivamente il 18,6% e Rosarno il 5,9%». Restano da recuperare quasi cinquanta punti percentuali, almeno secondo il ministro. Perché i dati offerti dalla Regione sono diversi e più ottimistici: «La raccolta differenziata ha raggiunto, negli ultimi mesi, percentuali del 25-30%». Il primo passo per iniziare la rincorsa sarà, in ogni caso, l’utilizzo di 30 milioni di euro disponibili sui fondi Por 2014-2020, con un Programma d’Azione che sarà sottoposto nelle prossime settimane all’attenzione del dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria.
ATO IN RITARDO Sono in ritardo anche le Comunità d’ambito, delegate dalla Regione alla gestione dei servizi di raccolta. Soltanto nell’Atto (ambito territoriale ottimale) di Catanzaro è stata sottoscritta la Convenzione e sono stati eletti presidente e vicepresidente. Il passo successivo è la costituzione dell’ufficio che si occuperà di tutta la parte logistica per il nuovo affidamento. A Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia, i Comuni capofila hanno chiesto a tutte le amministrazioni partecipanti l’adozione delle delibere consiliari di approvazione dello schema di convenzione. A Crotone, invece, è ancora tutto fermo.
LE DEROGHE Un conto è la prospettiva, altro sono i pericoli per la stagione estiva in arrivo. La Calabria si attrezzerà trasportando una parte dei propri rifiuti al di fuori dei confini della regione, ma ci sarà bisogno delle solite deroghe alla capacità di trattamento degli impianti. Gioia Tauro, Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme e Catanzaro aumenteranno i volumi trattati fino al 50% (dall’1 giugno al 30 settembre). E la stessa sorte è riservata agli impianti di trattamento privati esistenti sul territorio regionale (ma tra l’1 luglio e il 30 settembre). Un’altra ordinanza dal sapore emergenziale. E dire che l’emergenzaa, almeno ufficialmente, è finita da un bel po’.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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