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Ciclone Cosenza, la Procura sentirà l'ex assessore ai Lavori pubblici

COSENZA Giulia Fresca, l’ex assessore ai ai Lavori pubblici del Comune di Cosenza, sarà sentita nei prossimi giorni in Procura come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta che ha tra…

Pubblicato il: 25/05/2016 – 16:22
Ciclone Cosenza, la Procura sentirà l'ex assessore ai Lavori pubblici

COSENZA Giulia Fresca, l’ex assessore ai ai Lavori pubblici del Comune di Cosenza, sarà sentita nei prossimi giorni in Procura come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto Palazzo dei Bruzi e che riguarda il presunto sistema degli appalti-spezzatino. Sul registro degli indagati sono finiti Carmine Potestio, ex capo di Gabinetto dell’allora sindaco Mario Occhiuto (che ha chiesto di essere interrogato); il dirigente Domenico Cucunato, l’ingegnere Carlo Pecoraro e le ditte Medlabor (nota alle cronache per la vicenda delle famose luminarie) con il responsabile Antonino Scarpelli, gli imprenditori Francesco Amendola e Antonio Amato. I reati contestati sono corruzione e abuso d’ufficio. Al vaglio degli inquirenti delibere e affidamenti di appalti e lavori che riguardano non solo le famose luminarie che portarono Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori della cronaca nazionale.
L’ex assessore Giulia Fresca ha espresso totale disponibilità a collaborare con i magistrati affinché venga fatta chiarezza sul sistema di affidamento dei lavori alle presunte “ditte amiche”. Fresca, in carica dal maggio 2015 fino al febbraio 2016 (data della sfiducia a Occhiuto), ha più volte espresso pubblicamente e anche sui social alcune sue perplessità sul sistema di affidamento dei lavori. Dal primo giorno della sua nomina di assessore ai Lavori pubblici (avvenuta dopo un lungo periodo di vacatio seguito alle dimissione del suo predecessore Katya Gentile) – ribadisce Giulia Fresca – «la stanza dell’assessore che si trova al quarto piano di Palazzo dei Bruzi era occupata dal dirigente, che operava in stretto contatto con il sindaco. Io non ho mai occupato quella stanza e infatti sono scesa al terzo piano. Ecco perché mi sono dovuta inventare il sistema dei sopralluoghi». Giulia Fresca notò si dà subito che le cose non funzionavano come dovevano e dopo 15 giorni chiese un organigramma (per capire chi faceva cosa) e lo stato dell’arte dei lavori, ma – spiega – «non mi sono mai stati consegnati. Ho dovuto ricostruire tutto da sola ed è per questo che mi sono inventata il sopralluogando (che è diventato un tormentone su facebook, ndr): andavo personalmente sui cantieri per rendermi conto». Giulia Fresca è pronta a rispondere a tutte le domande della autorità giudiziaria su tutto quello che è a sua conoscenza nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e soprattutto nel pieno rispetto dell’accertamento della verità.

IL CASO DEL DEPURATORE DI DONNICI Più volte ha reso noto pubblicamente il caso emblematico del depuratore di Donnici e lo ribadisce: «Quando sono stata nominata mi fecero presente che il depuratore di Donnici era fermo da due anni e gli scarichi finivano nei terreni. Così sono andata sul posto e l’ho trovato fermo. Allora mi sono subito informata sul perché di questa situazione e ho scoperto che, attraverso un affidamento diretto, i lavori erano stati assegnati a una ditta che usava quella determina come spada di Damocle, ovvero se non mi pagate i lavori precedenti io questi non li faccio. A quel punto mi sono rivolta anche all’assessore al Bilancio e ho detto “o si straccia questa determina oppure mi denuncio in autotutela. A quel punto è stato avvisato il dirigente che ha affidato i lavori a un’altra ditta e dopo cinque giorni il depuratore ha ripreso a funzionare. Da quel momento ho cominciato a capire che il sistema non era del tutto trasparente. Il sindaco mi diceva che bisognava finire lavori. Il dirigente non c’era mai ma le determine venivano firmate. Ovviamente il dirigente in questione faceva capo a più assessorati». Giulia Fresca (ora candidata alla carica di consigliere comunale in una lista a sostegno del candidato sindaco Carlo Guccione) riferirà ai magistrati di ciò che è a sua conoscenza diretta o indiretta nel periodo in cui ha ricoperto l’incarico perché sul pregresso non ha conoscenza: “Non ho visto o firmato atti precedenti a quel periodo».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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