REGGIO CALABRIA Cattive notizie per chi soffre di allergie. E’ aumentato, infatti, il valore totale dell’indice pollinico annuo (pari a 70.723), il più alto dell’ultimo triennio. Aumento significativo delle concentrazioni di Oleaceae. Arpacal, con una stazione di campionamento collocata a Reggio Calabria, di cui è referente la dottoressa Elisabetta Pellegrini, partecipa alla Rete italiana di monitoraggio aerobiologico del Sistema delle agenzie ambientali, denominata Pollnet. I dati sulla concentrazione media giornaliera dei pollini e delle spore aerodisperse, insieme ai dati relativi alle altre regioni, sono messi a disposizione tramite bollettino settimanale consultabile dalla home-page del sito Arpacal, sul sito www.pollnet.it
A motivare il crescente interesse ai bollettini pollinici è sicuramente la diffusione delle allergie ai pollini che ha il suo picco nella stagione primaverile, proprio per la fioritura e la presenza dei pollini nell’aria. La stagione primaverile, infatti, con l’incremento improvviso delle temperature, determina una maggiore produzione di pollini che, trasportati dal vento, aumentano la concentrazione nell’aria. I forti temporali determinano, inoltre, una frammentazione dei granuli che, riducendo la grandezza, vengono facilmente inalati attraverso le vie respiratorie.
Se è vero, dunque, che gli sbalzi climatologici di questo periodo fanno in modo di aumentare l’impatto delle allergie sulla popolazione, si comprende bene come il monitoraggio dei pollini interessi anche lo studio della biodiversità, del clima e dell’inquinamento atmosferico.
Con riferimento al monitoraggio svolto da Arpacal, l’indice pollinico del 2015, calcolato per le famiglie botaniche a più alto grado di allergenicità pollinica, (Cupressaceae, Betulaceae, Corylaceae, Compositae, Graminae, Oleaceae, Urticaceae) e per le spore fungine del genere Alternaria, si evidenziano differenze minime e non significative dell’Ips. I pollini allergenici maggiormente rilevati nella stazione di Reggio Calabria nell’anno 2015 appartengono alla famiglia delle Urticaceae, comprendente i generi Urtica e Parietaria, con un valore di Ips leggermente inferiore rispetto al 2014.
Un caso diverso è rappresentato dalle Oleaceae in cui vi è effettivamente un aumento significativo delle concentrazioni. La spiegazione può essere correlata all’andamento della fioritura e quindi della produzione di olio che risulta molto diversa a seconda delle annate (il 2015 è stata infatti un’annata eccezionale nella produzione di olio rispetto agli anni precedenti, almeno nella zona del reggino). A seguire si registra un calo per le spore di Alternaria, rispetto all’anno precedente, sebbene il valore totale dell’indice pollinico annuo (non considerando le spore di Alternaria) è pari a 70.723 nel 2015, il più alto dell’ultimo triennio.
Oltre all’analisi della componente biologica vegetale, le analisi degli Ips forniscono informazioni preziose anche per la lotta ai cambiamenti climatici, dal momento che è possibile ricostruire anche la composizione chimica dell’atmosfera e la sua variazione nel tempo, con particolare attenzione alle emissioni antropiche e l’individuazione di eventuali inquinanti.
Le elaborazioni delle analisi dei pollini, ottenute incrociando indagini biologiche, glaciologiche e chimiche, possono essere finalizzate anche alle ricostruzioni climatiche e all’individuazione di eventuali inquinanti. Il prezioso materiale costituito dai campionamenti pollinici costituisce nel corso degli anni sicuramente uno scrigno di informazioni utili a ricostruire la storia climatica e ad indagare la conoscenza sulle sostanze di origine vegetale importanti per l’alimentazione e la salute; sul ruolo delle piante come organismi in grado di monitorare la qualità ambientale e di influenzarla attraverso il rilascio di materiale biologico aerodisperso come i pollini; sul possibile utilizzo delle piante nel biorisanamento.
Ogni bollettino dei pollini e delle spore fungine può essere considerato come un libro, le cui pagine offrono informazioni preziose sia per conoscere gli allergeni respiratori di origine pollinica, sia per conoscere l’ambiente e il clima, incrociando informazioni sui fenomeni naturali e sui processi antropici che intervengono nel tempo.
Secondo la dottoressa Pellegrini, considerazioni di carattere scientifico indicano l’opportunità di sviluppare questo campo di indagine favorendo, per quanto riguarda la Calabria, ulteriori stazioni di monitoraggio su posizioni geografiche diverse. Obiettivo dell’Arpacal è inoltre valorizzare l’attività di laboratorio nell’ambito dei percorsi di educazione alla sostenibilità ambientale, dove gli studenti possono apprendere le tecniche di estrazione di molecole e osservare tutti gli aspetti inerenti la ricerca ambientale.
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