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GIALLO DI BELVEDERE | «Carrozzino ha ucciso con brutalità»

COSENZA «L’omicidio della dottoressa Giordanelli di Cetraro e quella di Silvana Rodrigues sono accomunati da due elementi: non sono avvenuti in ambienti della criminalità organizzata ma sono m…

Pubblicato il: 27/05/2016 – 16:58
GIALLO DI BELVEDERE | «Carrozzino ha ucciso con brutalità»

COSENZA «L’omicidio della dottoressa Giordanelli di Cetraro e quella di Silvana Rodrigues sono accomunati da due elementi: non sono avvenuti in ambienti della criminalità organizzata ma sono maturati in un contesto di estrema inquietudine». Così il procuratore capo di Paola, Bruno Giordano ha introdotto la conferenza stampa, organizzata nel Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, per illustrare l’arresto del presunto responsabile della morte di Silvana Rodrigues, la 33enne strangolata e bruciata nei pressi del cimitero di Belvedere Marittimo lo scorso 12 dicembre. Per questo efferato omicidio stamattina i carabinieri di Scalea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sergio Carrozzino, un 44enne già condannato per omicidio.
Nel provvedimento, firmato dal gip, l’uomo è accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Carrozzino era attenzionato già da tempo e nelle scorse settimane sono stati sequestrati anche i vestiti dell’uomo che presumibilmente indossava quel giorno. A incastrare l’uomo (che era libero da un anno dopo aver scontato quindici anni per un altro efferato delitto) è stato il racconto di un testimone e le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che si trovavano all’esterno di un supermercato da dove la donna è stata vista uscire. Ma – hanno ribadito gli inquirenti – dallo scorso dicembre a Belvedere c’era un clima di paura e omertà». «Speriamo – ha aggiunto Giordano – che adesso vengano fuori altri testimoni che possano fornire ulteriori elementi di conferma. Le indagini sono durate ben sei mesi e condotte dal sostituto Teresa Valeria Grieco con il supporto fondamentale dei carabinieri di Scalea. Abbiamo lavorato incessantemente per risolvere nel più breve tempo possibile un delitto così complesso e commesso con grande atrocità. Fondamentali le immagini delle telecamere di videosorveglianza. La donna è stata vista uscire dal supermercato e dirigersi con passo veloce verso la propria autovettura. Poi si vede una figura maschile che si avvicina e indugia a parlare con la donna. E c’è un testimone che afferma di aver visto Sergio Carrozzino avvicinarsi alla macchina della donna. Il testimone è stato preciso e dettagliato e la sua testimonianza è assolutamente affidabile. Anzi, a dimostrazione che dicesse la verità, il testimone ha fornito lo scontrino degli incassi dell’autobus sul quale lui si trovava e l’arco temporale coincide perfettamente».
«Carrozzino – ha spiegato Giordano – è un personaggio noto alla Procura: è un sorvegliato speciale che da un anno aveva finito di scontare quindici anni di carcere per omicidio. Ma questa tipologia di delitti turba straordinariamente la comunità locale perché l’assenza di una motivazione crea sconcerto e ognuno pensa di essere in pericolo. Ecco perché è stato importante chiudere il cerchio in tempi rapidi. Ci troviamo in un contesto di brutalità pura. Tutti sono esposti perché ognuno può essere nel cono d’ombra della mentalità criminale. Sono stati mesi di lavoro matto e disperato. Voglio esprimere gratificazione per la collega Grieco e per tutti i carabinieri. Il contesto della famiglia della vittima rientra in quello dei seguaci della dottrina evangelica e quindi molto chiusi. Il nostro sospetto è che un contatto tra la donna e Carrozzino ci fosse già stato ma non sappiamo in che termini. Da quanto emerge dalle telecamere di videosorveglianza, poste fuori dal supermercato, sembrerebbe che la donna avesse un appuntamento con qualcuno. Anche perché era appena tornata a casa con il marito e poi però è ritornata al supermercato perché aveva dimenticato di comprare le calze. Ma il marito ha sempre escluso qualsiasi tipo di contatto tra l’uomo e sua moglie e non ha mai messo in dubbio la moralità della donna. Non sappiamo se la donna sia stata strangolata prima e poi Carrozzino si è spostato con la sua auto. Però è più verosimile che i due avessero un appuntamento perché si sono spostati con l’automobile di lei e quindi sembrerebbe che l’uomo l’avesse strangolata dopo».
Il procuratore non esclude che ci possano essere complici ma ancora non ci sono elementi certi per poterlo affermare. Sicuramente non ci sono collegamenti tra questo omicidio e quello per cui Carrozzino è stato già condannato anche se tra le famiglie delle vittime c’è una lontana parentela, ma al momento del precedente delitto Rodrigues non era ancora in Italia. La Procura di Paola è, comunque, in attesa dei risultati dell’esame autoptico sulla vittima reso ancora più complicato dal fatto che il corpo fosse carbonizzato. Il delitto non ha alcun legame con la criminalità organizzata, però non si escludono rapporti tra Carrozzino e le cosche. «Anche se – ha precisato Giordano – non è questa la sede adatta per parlarne perché non c’è alcun collegamento».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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