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Tropea, preziosi ritrovamenti in una chiesa seicentesca

TROPEA Durante i lavori di restauro, sotto la chiesa seicentesca dedicata a Santa Maria della Neve in località Carmine a Tropea, sono state scoperte due camere sepolcrali voltate a botte e delle cr…

Pubblicato il: 27/05/2016 – 8:37
Tropea, preziosi ritrovamenti in una chiesa seicentesca

TROPEA Durante i lavori di restauro, sotto la chiesa seicentesca dedicata a Santa Maria della Neve in località Carmine a Tropea, sono state scoperte due camere sepolcrali voltate a botte e delle creste di muri riferibili a costruzioni antecedenti l’attuale edificio. È quanto si legge in una nota della soprintendenza alle Belle arti e al paesaggio della Calabria. Si tratterebbe di ritrovamenti inattesi e preziosi per la comprensione della storia del monumento e del sito. La chiesa, oggi sconsacrata e da anni sede di eventi e manifestazioni, è sottoposta da gennaio a interventi di restauro. In particolare la scoperta sarebbe avvenuta durante i lavori di rimozione della pavimentazione della navata per realizzare un sistema di deumidificazione e ventilazione della parte basamentale dei muri che consentirebbe di inibire le infiltrazioni d’acqua. Dagli scavi emergerebbe chiaramente un impianto più antico di circa 12,5 per 6,5 metri impostato a quota meno 2,00 metri rispetto all’attuale piano di calpestio. Le strutture murare che sono state scoperte, sebbene di proporzioni più contenute, presenterebbero un orientamento coincidente con l’attuale. La tessituria viene descritta nella nota dello spessore di 0,65 metri e risulterebbe realizzata con conci di pietrame locale di piccole e medie dimensioni ammorsati e legati con malta di calce. Il tutto si troverebbe in buone condizioni. Conservati su entrambi i fronti più piani di intonaco e brani di affresco in fase di studio che apparirebbero realizzati in almeno due differenti momenti storici. Si tratterebbe, secondo quanto emerso dai documenti di archivio e dai racconti popolari, di un primigenio edificio votivo dedicato forse alla Vergine, poi abbandonato e riutilizzato come ricovero per animali dagli abitanti. La soprintendenza archeologica della Calabria sta coadiuvando le operazioni di scavo. Si spera di poter aprire il sito ai turisti per la stagione estiva.

EDIFICIO VOTIVO «I rinvenimenti – affermano dalla Soprintendenza – paiono confermare la presenza di un primigenio edificio votivo dedicato presumibilmente alla Vergine, poi abbandonato e riusato quale ricovero per animali dagli abitanti del quartiere del Carmine, secondo quanto riportato in documenti di archivio e nei racconti popolari. Alla luce degli importanti rinvenimenti è stata opportunamente coinvolta la Soprintendenza archeologia della Calabria che sta attualmente coadiuvando le operazioni di scavo, dai cui esiti scaturirà la rimodulazione del progetto originario».  

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