CATANZARO «In una regione dove il sommerso, o anche il cosiddetto lavoro “grigio”, assume dimensioni non accettabili, che finiscono con inquinare seriamente il mercato della libera concorrenza, chiediamo a voce alta che si ricorra allo strumento legislativo della “certificazione dei contratti”». Così Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria. Consapevole di lanciare una sfida, «ma – afferma – sono certo che incontrerà il favore di chi svolge onestamente il proprio lavoro di imprenditore», il vertice della datoriale che rappresenta la piccola e media impresa non ha dubbi: «È questa la strada da percorrere, per come previsto nel Jobs Act – continua Napoli – per mettere ordine nel settore degli appalti e delle commesse, siano essi pubblici o privati, per tutelare gli imprenditori che pagano regolarmente le tasse, e i lavoratori spesso sottopagati».
È il decreto legislativo 81/2015 a individuare i casi nei quali è talvolta obbligatorio e talaltra consigliabile rivolgersi alle commissioni di conciliazione istituite presso le direzioni territoriali del Lavoro, le università, i consigli provinciali dei consulenti del lavoro, per certificare il contratto. «Si tratta di una procedura volontaria, che nelle regioni del nord Italia si va già affermando, la quale prevede l’accordo della parti, ossia datore e dipendente/committente e collaboratore. Pertanto, chiederò a tutte le direzioni provinciali del lavoro, quali organi periferici del competente ministero del Lavoro, di contribuire all’accelerazione di questo processo, rendendo quanto più possibile fruibile questo importate strumento normativo, nei tempi stretti già compresi nella
legge».
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