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Ma ora Falcomatà ha l'obbligo di agire

Il rodaggio è finito. Giuseppe Falcomatà è chiamato ad aggredire sul serio le problematiche che Reggio Calabria si ritrova sul groppone, dopo anni di degrado amministrativo e di abbandono istituzio…

Pubblicato il: 28/05/2016 – 11:21
Ma ora Falcomatà ha l'obbligo di agire

Il rodaggio è finito. Giuseppe Falcomatà è chiamato ad aggredire sul serio le problematiche che Reggio Calabria si ritrova sul groppone, dopo anni di degrado amministrativo e di abbandono istituzionale.
Degrado amministrativo, certo. Diretta conseguenza di un rapporto incestuoso tra programmazione politica e gestione burocratica del Comune. Ma se a livello politico uomini e cose oggi conoscono una discontinuità, non può dirsi la stessa cosa con riferimento alla macchina burocratica che, nelle sue parti più delicate e importanti, è rimasta praticamente la stessa dell’era Scopelliti-Fallara.
Degrado istituzionale, certo. Perché anche la magistratura ha per qualche anno sospeso la sua attività nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione: si è miracolosamente passati dalla iperattività di quando era sindaco Italo Falcomatà, bersagliato da 36 inchieste giudiziarie, alla gestione Scopelliti mai attenzionata. Almeno fin quando la Corte dei conti e il ministero dell’Economia non hanno spedito ispettori e avviato indagini.
Oggi scopriamo, a leggere le carte dell’inchiesta Fata Morgana, che a dirigere la burocrazia comunale erano “entità” esterne sia all’amministrazione che alla politica. Il pezzo di Alessia Candito, che pubblichiamo a parte, ne riassume solo i tratti salienti. Senza entrare nel merito degli aspetti penali dell’indagine voluta dalla Dda reggina sotto la guida del procuratore Federico Cafiero de Raho, restano in piedi gli aspetti amministrativi ed è in mano al sindaco Falcomatà la responsabilità piena, e la storica occasione, di cambiare volto e linea operativa alla burocrazia di Palazzo San Giorgio.
Ha obbligo di farlo, altrimenti seguirà la stessa deriva che sta conoscendo la Regione Calabria. Finanziamenti e progetti strategici stanno mettendo la città metropolitana nelle condizioni di ripartire. Non può farlo senza prima aprire le finestre e cambiare aria nei saloni del Palazzo. Eppure si allarga il timore, in alcuni strati attenti e sensibili della parte sana di Reggio, che questo non sia nell’agenda del sindaco o che l’entourage del primo cittadino (pare che ognuno abbia la dannazione del suo cerchio magico…) stia operando per frenare, diluire, rinviare una non più procrastinabile attività di rinnovamento della burocrazia comunale sin dalle fondamenta.
Anzi, c’è chi spinge perché invece di rimuovere il burocrate asservito ai poteri forti, venga congedato l’assessore che ne verifica il comportamento.
È così? Oppure si tratta di strategie messe in campo da chi vuole un isolamento di Falcomatà?
Non sono interrogativi di poco conto. Affrontarli in maniera convincente è maledettamente urgente.

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