La legalità spiegata agli studenti Unical

RENDE Un monito agli studenti affinché riescano a perseguire la strada della legalità perché è un loro diritto. È il messaggio lanciato da magistrati, giornalisti ed esperti del settore ai giovani dell’Università della Calabria nel corso del seminario permanente sui “Dialoghi sulla democrazia”, organizzati dal dipartimento di Lingue e Scienze dell’educazione dell’Unical. Un confronto a più voci che ha visto, tra gli altri, la partecipazione e del neo procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, del giornalista d’inchiesta e di fama nazionale Sandro Ruotolo e del direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni. A portare i saluti anche il rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci che ha ribadito l’impegno dell’ateneo nell’educare le giovani generazioni alla legalità.
Il procuratore Spagnuolo ha spiegato il ruolo della mafia imprenditrice, «la mafia spa che ha una forte penetrazione internazionale». A interloquire con i relatori il professore Giancarlo Costabile, docente di Storia dell’educazione alla Democrazia, responsabile del progetto scientifico di Pedagogia della R- Esistenza, che ha più volte evidenziato l’importanza di educare i giovani a queste tematiche, sensibilizzarli alla conoscenza. In particolare, attraverso la possibilità di confrontarsi «con magistrati del calibro del procuratore Spagnuolo e di giornalisti di lungo corso come Ruotolo e come tutti gli altri relatori».
Il neoprocuratore di Cosenza, facendo esempi concreti attraverso il lavoro della Procura di Vibo, ha anche fatto un mea culpa sottolineando come «pure l’antimafia giudiziaria ha delle falle». Sulla stessa lunghezza d’onda Ruotolo che ha affrontato il problema del rapporto mafia-politica con un accenno anche – per fare un esempio – dell’inchiesta giudiziaria che ha travolto l’ex sottosegretario Sandro Principe perché – ha detto – «bisogna combattere la corruzione. Pure voi in Calabria dovete ribellarvi come si sono ribellate le mamme della Terra dei fuochi». Spagnuolo ha invitato gli allievi a «studiare perché è uno strumento di riscatto. In questi venti anni anche la magistratura è cambiata. Andate a prendere le sentenze, studiate le sentenze. Andate a vedere come si sono evoluti i ceti operai e contadini. E chiedetevi perché Crotone si è inquietata e come si è riuscita a infiltrare la criminalità organizzata». «Infatti – gli ha fatto eco Ruotolo – la conoscenza ci rende liberi. Dovete studiare e pretendere una qualità altissima dai docenti e dall’università perché dovete essere in grado di scegliere, di dire no e di saper motivare il no. Perché solo così sarete in grado di essere classe dirigente con la C e la D maiuscola». Un monito a ribellarsi e a prendere coscienza del loro valore e dei loro diritti è stato rivolto agli studenti dal direttore Pollichieni che ha spiegato come sia cambiata la criminalità organizzata attraverso l’esempio delle inchieste portate avanti dalla Procura di Vibo e dal procuratore Spagnuolo. «Non è assolutamente vero – ha detto Pollichieni – che noi siamo in dirittura d’arrivo sul piano della legalità, almeno fin quando ci saranno studenti costretti a esportare i loro cervelli. La vera sfida – ha detto ai giovani – è che voi restiate qui a valorizzare i vostri meriti e le vostre capacità».
Una lezione molto seguita da un’aula gremita di studenti, che ha voluto poi ringraziare con una targa il procuratore Spagnuolo e il giornalista Ruotolo consegnate dal rettore «a due personalità che si sono distinte per il loro valore».

Mirella Molinaro
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