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Era catanzarese il maresciallo ucciso a Marsala

CATANZARO Il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, 53 anni, originario di Catanzaro, vicecomandante della stazione dei carabinieri di contrada Ciavola a Marsala, potrebbe essere stato s…

Pubblicato il: 01/06/2016 – 17:08
Era catanzarese il maresciallo ucciso a Marsala

CATANZARO Il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, 53 anni, originario di Catanzaro, vicecomandante della stazione dei carabinieri di contrada Ciavola a Marsala, potrebbe essere stato scambiato per qualcuno che voleva rubare piante di marijuana. Impegnati in controlli antidroga e su furti di prodotti ortofrutticoli, il maresciallo e il commilitone si sarebbero mossi in una zona dove vi sono serre e piantagioni di canapa indiana. Una di queste sarebbe stata vigilata da un paio di persone, che avendo notato i due in borghese hanno esploso contro di loro diversi colpi di arma da fuoco. Solo un colpo, però, ha raggiunto il maresciallo Mirarchi, perforandogli un rene.
Nella punta Ovest della Sicilia tra Marsala e Mazara del Vallo, dove lavorava il carabiniere ucciso, da anni vengono scoperte decine di piantagioni di marijuana, in serra o in campi liberi nascosti da canneti o altre essenze vegetali. Un paio di settimane fa due romeni erano stati presi a fucilate in un’altra zona di campagna tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell’altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato e’ stato rinvenuto a circa un chilometro di distanza. I carabinieri stanno indagando, anche con accertamenti del Ris e impiego di cani “molecolari” della polizia, per stabilire se il cadavere è quello del romeno scomparso. L’episodio ha fatto scoprire la piantagione e ha portato all’arresto di quattro persone (delle quali non sono state ancora fornite le generalitaà accusate, per ora, solo di coltivazione di canapa indiana.

IL CORDOGLIO DI ABRAMO Per il sindaco Sergio Abramo si tratta di «una notizia terribile, un dolore che colpisce tutta la nostra comunità. Sono letteralmente sgomento per la vigliacca uccisione del maresciallo Silvio Mirarchi, il nostro concittadino caduto nell’adempimento del proprio dovere durante un’operazione antidroga nelle campagne di Marsala. Un assassinio brutale, assurdo, a tradimento che non può restare impunito. In questo momento drammatico, il mio pensiero va innanzitutto alla famiglia, a cui il destino ha arrecato il più insopportabile dei dolori, ma anche alla sua seconda famiglia, l’Arma dei Carabinieri, che continua a versare un grave contributo di sangue alla lotta contro la criminalità. Anche se il maresciallo Mirarchi era da tanti anni trapiantato in Sicilia, le sue radici erano qui, nella nostra città, dove risiedono anche i suoi congiunti. A loro ci stringiamo, dicendo che il loro dolore è il nostro dolore».

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