CATANZARO Una lunga requisitoria quella tenuta mercoledì mattina dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla. Quattro ore per ricostruire nei particolari l’omicidio di Giuseppe Todaro, scomparso la sera del 22 dicembre 2009, a 29 anni. Nei confronti dell’imputato Michele Lentini, accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Todaro, il magistrato ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Michele Lentini, ritenuto un esponente di spicco della cosca Sia-Procopio-Tripodi, è accusato di avere partecipato all’uccisione di Giuseppe Todaro occultandone poi il cadavere con un escavatore. Giuseppe Todaro era figlio di Domenico, vecchio affiliato dei Gallace di Guardavalle e oggi collaboratore di giustizia. L’omicidio del 29enne si inquadra nella faida del Soveratese tra i Gallace di Guardavalle e i Sia-Procopio-Tripodi. Secondo l’accusa Michele Lentini ha preso parte attiva anche alla decisione di eliminare Giuseppe Todaro, ucciso «perché, per le sue velleità criminali, era considerato un pericolo per il sodalizio Sia-Procopio-Tripodi». «Quello di Todaro è da considerarsi un omicidio preventivo – ha affermato il pm Capomolla, – aggravato dalla premeditazione». Non un fatto occasionale, dunque, ma una decisione maturata «in un contesto di scontri e spartizioni». Per l’omicidio di Totaro è già stato condannato a 20 anni di reclusione, in appello, Maurizio Tripodi. Il processo nei confronti di Michele Lentini proseguirà il prossimo 23 giugno con le arringhe degli avvocati difensori Nicola Cantafora e Massimo Scuteri.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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