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Porti, Uil: «Il governo dica quale sarà il futuro di Gioia Tauro»

GIOIA TAURO «Quale sarà il futuro di Gioia Tauro? Quale sarà il destino di uno dei porti più importanti del Mediterraneo? Quali saranno gli impegni che il governo sarà in grado di prendere e, sopra…

Pubblicato il: 01/06/2016 – 13:21
Porti, Uil: «Il governo dica quale sarà il futuro di Gioia Tauro»

GIOIA TAURO «Quale sarà il futuro di Gioia Tauro? Quale sarà il destino di uno dei porti più importanti del Mediterraneo? Quali saranno gli impegni che il governo sarà in grado di prendere e, soprattutto, di mantenere nei confronti della Calabria? Queste sono solo alcune delle domande che vorremmo rivolgere al capo dell’esecutivo e alle quali vorremmo che il presidente del Consiglio dei ministri rispondesse con fatti concreti e azioni misurabili in termini di crescita economica ed occupazionale». Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario generale UilTrasporti Calabria Giuseppe Rizzo ed il segretario generale Uil Calabria Santo Biondo. «I nostri dubbi – proseguono – sono alimentati dalle ultime affermazioni del ministro Graziano Delrio che, intervistato da una importante testata nazionale, ha messo nero su bianco le strategie del suo dicastero in merito al prossimo futuro della logistica e, in particolare, dello spostamento delle merci su rotaia per aprire una sfida concorrenziale fra l’Italia e il porto di Rotterdam basata sullo sfruttamento notturno delle tratte ferroviarie dotate dell’alta velocità. Le parole del ministro dei Trasporti non fanno altro che avvalorare le nostre segnalazioni e confermare il disinteresse del governo sulla partita Gioia Tauro. Senza il potenziamento ed il completamento del sistema alta velocità il porto di Gioia Tauro, purtroppo, nei prossimi anni rischia di attraversare momenti più duri e critici di quelli che sta vivendo. Senza la realizzazione del gateway ferroviario per lo scalo portuale gioiese ed i suoi lavoratori non si potrà fare altro che ragionare sul corretto utilizzo degli ammortizzatori sociali. Se quella annunciata da Graziano Delrio è la politica di settore imposta dal governo non soffrirà solo Gioia Tauro, ma a rimanere tagliati fuori da ogni prospettiva di sviluppo saranno tutti gli scali di ancoraggio del Mezzogiorno. Se questi sono i fatti allora il Governo dica chiaramente qual è il ruolo strategico di Gioia Tauro nelle politiche per la logistica de prossimi anni. Sino ad oggi, infatti, quello che abbiamo potuto registrare sono soltanto annunci. Da ultimo si prolunga la Cassa integrazione quale unico strumento per combattere la crisi sistemica del porto e per placare sul nascere una tensione sociale latente e mai sopita sulla sciagurata possibilità che in un futuro non troppo lontano vi potrà essere una riduzione dei livelli occupazionali. In questo contesto, che ha visto svanire anche il progetto a stelle e strisce di un’automobile made in Gioia Tauro, la Regione Calabria e la deputazione calabrese possono continuare a rimanere silenti? I nostri rappresentanti politici, i nostri amministratori locali possono ancora sopportare che ai calabresi venga ripetuto il mantra di un Governo amico, mentre nei fatti Roma e sempre più lontana dalla Calabria? Noi crediamo che tutto questo non sia più sopportabile. Mentre in questa regione stiamo ancora ragionando se l’alta velocità sia fattibile, il resto del mondo scappa in avanti con velocità europea, mentre la punta dello stivale rimane impantanata nelle sabbie mobili dell’incapacità politica e della burocrazia distratta». «Per vincere la sfida che l’Europa ci pone davanti, invece – concludono Rizzo e Biondo – è necessaria una vera volontà politica di cambiamento. La Calabria dovrebbe approfittare della presenza a capo dell’assessorato per la logistica e la portualità di una delle migliori professionalità presenti nel panorama universitario e della ricerca. Crediamo sia opportuno trasformare, attraverso una rinnovata volontà politica, questi anni di studio in una vera risorsa per questo territorio. In capo a questo settore sono depositate le attese più pressanti per il rilancio produttivo, economico e, quindi, anche di riscatto sociale e culturale di questa terra».

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