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«Giusto sciogliere il consiglio di Bagnara»



ROMA È confermato il decreto con il quale il Presidente della Repubblica il 14 aprile 2015 dispose lo scioglimento del Consiglio comunale di Bagnara Calabra dopo l’accertamento di forme di condizio…

Pubblicato il: 07/06/2016 – 14:23
«Giusto sciogliere il consiglio di Bagnara»



ROMA È confermato il decreto con il quale il Presidente della Repubblica il 14 aprile 2015 dispose lo scioglimento del Consiglio comunale di Bagnara Calabra dopo l’accertamento di forme di condizionamento delle istituzioni locali da parte della criminalità organizzata. Lo ha deciso il Tar del Lazio, respingendo il ricorso amministrativo proposto dall’ex sindaco Cesare Zappia e altri quattro ex amministratori. Per il Tar «l’influenza della criminalità organizzata sugli organi elettivi del Comune – si legge nella sentenza – è stata chiaramente dimostrata» dalla Relazione redatta dalla Commissione di indagine costituita con atto prefettizio del 12 giugno 2014 «nella quale è stata anche rappresentata una serie di vicende che dimostra in modo obiettivo l’esistenza di un condizionamento di tipo ambientale derivante dall’accertata presenza di pericolose cosche mafiose, in grado di compromettere la libera determinazione degli organi elettivi». In più «il potere di scioglimento dei Consigli comunali – continua il Tar – ha una valenza di alta amministrazione e implica, in quanto tale, un elevato tasso di discrezionalità sia nell’accertamento sia nella valutazione dei fatti acquisiti, che ove non manifestamente errato, incongruo o sproporzionato, si sottrae a un sindacato di merito da parte del giudice, atteso che il sistema istituzionale previsto per l’esercizio di tale potere garantisce già di per sé il massimo d’imparzialità amministrativa». Nel valutare infine se la conclusione del procedimento potesse essere mutata dal fatto che i giudici penali hanno «assolto dalle imputazioni loro ascritte taluni soggetti i cui legami con gli amministratori sono stati ritenuti indice del condizionamento che ha condotto allo scioglimento del consiglio comunale», la conclusione del Tar è «negativa al riguardo, in quanto le assoluzioni penali in parola non riguardano direttamente i fatti oggetto della relazione della Commissione d’indagine, ma fatti a essi estranei, o episodi a essi solo marginalmente connessi».

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