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Duplice omicidio di Decollatura, nuovo processo d'appello

LAMEZIA TERME Annullati con rinvio due ergastoli da parte della prima sezione della Corte di Cassazione. Si riparte dall’Appello per il processo sul duplice omicidio di Francesco Iannazzo, 29 anni,…

Pubblicato il: 08/06/2016 – 19:36
Duplice omicidio di Decollatura, nuovo processo d'appello

LAMEZIA TERME Annullati con rinvio due ergastoli da parte della prima sezione della Corte di Cassazione. Si riparte dall’Appello per il processo sul duplice omicidio di Francesco Iannazzo, 29 anni, e Giovanni Vescio, 36, entrambi di Lamezia Terme, uccisi a Decollatura il 19 gennaio 2013 all’interno del “Bar del Reventino”. La sentenza della Cassazione rivoluziona le sentenze di primo grado, in abbreviato, e d’Appello (emessa il 24 marzo scorso) che comminavano la pena dell’ergastolo per Domenico, 61 anni, e Giovanni Mezzatesta, 41, padre e figlio, accusati di avere organizzato il duplice omicidio. Ma la Suprema Corte ha escluso dalle aggravanti la premeditazione alleggerendo il carico accusatorio nei confronti dei due imputati. Nel processo d’Appello bis, dunque, il massimo della pena che potrà essere inflitta scende a 30 anni.
Il duplice omicidio di Decollatura avvenne in una innevata giornata di gennaio, in pieno giorno e in pieno centro. Le due vittime si trovavano nel bar quando vennero freddate dal killer (secondo l’accusa l’esecutore materiale fu il solo Domenico) davanti agli occhi della cameriera, che rimase illesa anche se sotto shock. Pochi giorni dopo venne fermato Giovanni Mezzatesta, imprenditore del settore serramenti in alluminio, inchiodato dalle telecamere di sorveglianza e dalla deposizione di alcuni testimoni. Suo padre Domenico, ex vigile urbano di Decollatura, si rese latitante per oltre un anno. Le telecamere all’interno del bar lo avevano ripreso mentre esplodeva numerosi colpi di pistola contro Iannazzo e Vescio, due pregiudicati considerati vicini agli ambienti malavitosi. Secondo gli inquirenti i dissapori che portarono al duplice omicidio era sorti in seguito ad un atto intimidatorio che Giovanni Mezzatesta aveva subito poco tempo prima e che vennero attribuiti alle due vittime. Da qui l’incontro nel bar, l’alterco e il sangue a cui seguirono due sentenze di ergastolo che oggi la Cassazione, accogliendo anche le motivazioni del ricorso presentato dall’avvocato difensore Francesco Pagliuso, ha annullato.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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