SAN FERDINANDO «La manifestazione organizzata oggi da questi ragazzi è pacifica. Speriamo adesso che la Procura di Palmi vada avanti e che l’indagine non venga archiviata. Quello che si chiede è una cosa giusta: sapere perché è stata uccisa questa persona». Lo ha detto Giulia Bari, volontaria dell’organizzazione Medici per i diritti umani che da anni opera nella tendopoli di San Ferdinando. «C’è una ricostruzione ufficiale dei carabinieri – prosegue il medico – e adesso aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Bisognerà capire, da una parte, la dinamica del fatto e sapere, dall’altra, cosa succederà dopo. Queste persone infatti vivono costantemente situazioni di isolamento che sono indegne e sono costrette a condizioni di lavoro che non hanno registrato alcun miglioramento negli ultimi anni». «Da parte della Prefettura di Reggio Calabria – prosegue il medico – quest’anno si è cercato di costruire una risposta attraverso un protocollo d’intesa per realizzare una nuova tendopoli e politiche di inclusione abitativa e accoglienza diffusa sul territorio. Nel tempo però troppe volte le tendopoli sono state distrutte e ricostruite per arrivare, purtroppo, a ciò che è accaduto ieri».
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