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Soriero: «Il Sud deve uscire dalla sua solitudine»

LAMEZIA TERME Sollecitato dal giornalista del Tg3 Maurizio Mannoni a indicare sinteticamente gli aspetti emblematici dei vent’anni di solitudine, descritti nel suo recente libro, Pino Soriero ha ch…

Pubblicato il: 10/06/2016 – 16:52
Soriero: «Il Sud deve uscire dalla sua solitudine»

LAMEZIA TERME Sollecitato dal giornalista del Tg3 Maurizio Mannoni a indicare sinteticamente gli aspetti emblematici dei vent’anni di solitudine, descritti nel suo recente libro, Pino Soriero ha chiesto più attenzione sui caratteri della ripresa economica in Italia. La ripresa c’è, ma è ancora «tiepida» e «senza slanci». «Attenti quindi – ha detto l’ex sottosegretario – ai facili entusiasmi, se la ripresa dovesse riguardare prevalentemente ancora una volta le aree forti del Nord e le persone che hanno già 50 anni». E per i giovani, quale sarà la prospettiva? «La ripresa che sta avendo l’Italia – ha aggiunto – va prioritariamente indirizzata a recuperare la solitudine del Sud, aprendo spazi a tante risorse importanti, a tanti giovani qualificati che ho conosciuto nelle università di Catanzaro, della Calabria e di realtà meridionali di eccellenza. Sono competenze importantissime che soffrono l’attuale soffocante emarginazione e ne addossano le responsabilità alla politica da cui non percepiscono segnali innovativi. Il ministro Padoan ha detto ancora ieri che bisogna abbassare le tasse; bene, ma aggiungo non ci si fermi a questa sola leva, perchè la riduzione delle tasse riguarda chi ha già un reddito e chi ha già un lavoro. L’Italia per suscitare una vera ripresa “calda” ha bisogno di raggiungere obbiettivi di coesione nazionale che immettano nel circuito produttivo migliaia di giovani competenti che non vogliono scappare sempre all’ estero. Il grande scrittore Garzia Marquez, riferendosi al villaggio di Macondo ha scritto che anche i luoghi più isolati e deboli possono essere recuperati; anche lì le cose hanno una vita propria e si tratta soltanto di risvegliare l’anima. Si tratta quindi di saper risvegliare l’anima del Sud e dell’Italia giacchè, in questi ultimi 20 anni, la solitudine ha indebolito molto il sud, ma anche il Nord ha pagato un prezzo alto. Tutti i dati della ripresa dimostrano che il Nord da solo non ce la può fare negli obbiettivi produttivi e per combattere la mafia che agisce sempre come sistema unitario».
«In questi giorni ad esempio – ha continuato Soriero – , Centri di ricerca qualificati dalla Svimez a Srm hanno dichiarato che la grande opportunità di interscambio delle merci nel Mediterraneo non viene utilizzata bene dai porti italiani che non a caso sono stati sopravanzati dai grandi porti della Germania. In questo scenario il porto di Gioia Tauro, risorsa strategica, che in 3 anni era diventato il primo porto del Mediterraneo ai tempi del governo Prodi, ha perso colpi e oggi se ne parla molto per le maestranze in cassa integrazione. Ecco perché mi stupisce l’errore di comunicazione e di attenzione compiuto sia dal governo che dal Pd (me lo hanno evidenziato due studenti dell’ università di Catanzaro). Dopo che il presidente del Consiglio era venuto giù per firmare il Patto per la Calabria, circa 5 miliardi di euro, da utilizzare per investimenti e lavoro, nei giorni successivi invece di essere chiamati a valorizzare queste proposte di sviluppo (mi hanno detto i 2 ragazzi), per dare un segnale alle giovani generazioni, siamo stati chiamati solo per organizzare i comitati per il sì al referendum. Ecco quando si parla di cose da correggere nella vita dei partiti, io ritengo che la politica debba dare più attenzione alle energie positive che ogni giorno si muovono sul territorio e che possono qualificare un impegno politico e culturale nella trasparenza e nella legalità. Ancora si vedono troppe chiusure di cenacoli politici ristretti, cinici e arrocati».
«Ogni tanto qualcuno – conclude – si giustifica dicendo che il circuito rimane chiuso perché altrimenti si turbano gli equilibri. E io rispondo: turbiamoli questi equilibri, che hanno prodotto danni d’immagine e sconfitte elettorali. Superiamo il circolo vizioso dei veti e delle diffidenze per attivare il circuito virtuoso che finalmente valorizzi chi vale e chi merita non per fedeltà alle correnti, bensì per competenza, per radicamento, per onestà nel lavoro e nella battaglia politica».

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