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Catanzaro e il purgatorio della differenziata

Quanta importanza può avere per l’amministrazione comunale il dissenso dei cittadini per un servizio che viene giudicato pessimo? Ne dovrebbe avere e come; invece la raccolta differenziata dei rifi…

Pubblicato il: 13/06/2016 – 8:20

Quanta importanza può avere per l’amministrazione comunale il dissenso dei cittadini per un servizio che viene giudicato pessimo? Ne dovrebbe avere e come; invece la raccolta differenziata dei rifiuti praticata a Catanzaro da alcuni mesi, pur ricevendo aspre critiche e pochissimi consensi, continua ad essere lasciata nel purgatorio degli interventi perché, è facile malignare, così fa comodo a qualcuno. Sembra che ciò che importa a Palazzo De Nobili sia il fatto che i rifiuti, selezionati preventivamente dalle famiglie, siano conferiti secondo il programma di raccolta permettendo il possibile riciclaggio poiché un corretto ciclo di riuso consente di reimpiegarli senza dover ricorrere a nuove materie prime. Tutto ciò dà all’Amministrazione un discreto margine di utili tanto che, nella fase di preparazione, si è fatto cenno anche ad una possibile riduzione della tassa sui rifiuti. Staremo a vedere; per il momento non se ne parla.
Ma ritorniamo alla “differenziata” il cui fine ultimo, come si diceva, è la separazione dei rifiuti perché il riciclo riduce la produzione di CO2 e di altri gas importanti per la lotta ai cambiamenti climatici e per l’inquinamento dell’aria.
La cosa di cui, invece, in modo se si vuole anche raccapricciante, non si vuole prendere atto è che, aboliti i cassonetti dell’indifferenziata (di solito agli angoli di strada), sono proliferati i cosiddetti “carrellati” multicolori (orribili da vedere) spesso lasciati davanti agli ingressi degli stabili, che nulla hanno a che vedere con il decoro della città. Per non parlare delle cassette vuote per la frutta e dei cartoni lasciati in prossimità dei negozi affiancati da enormi bustoni pieni di rifiuti di plastica. È sicuramente vero che ciò attiene alla responsabilità dei singoli, ma è pur vero che non si vedono iniziative per contrastare questa illecita proliferazione che interessa soprattutto i marciapiedi.
Così stando le cose la città, che si fregia del titolo di capoluogo della Calabria, appare come una immensa “isola ecologica” che, inutile dirlo, è antiestetica e maleodorante. E ancora non siamo in un periodo di caldo canicolare. Si pensi cosa sarà di questa sfortunata città quando il caldo la farà da padrone e gli “odori”, sospinti dal proverbiale vento, arriveranno fin dentro le abitazioni.
È evidente che le responsabilità non sono soltanto di chi si interessa poco per garantire una qualità della vita appena sufficiente a Catanzaro, ma di una buona parte di cittadini che, per incuria, o forse perché deve ancora abituarsi alle nuove esigenze, continua a decidere al di fuori delle prescrizioni. La speranza va riposta nelle giovani generazioni che assorbendo sin dall’età scolare i problemi innovativi, compresi quelli dei rifiuti e della raccolta differenziata, saranno in grado, da adulti, di affrontare la nuova realtà con più disinvoltura.
È anche vero, però, che nell’attesa che i bambini crescano bisognerebbe trovare il sistema per dare alla popolazione, quella attuale, una quotidianità più decente, degna di una città che affonda la sua tradizione nella cultura del vivere civile.
Detto ciò non vorremmo rientrare in quella categoria di cittadini che, convinti che Catanzaro continuando di questo passo vada inesorabilmente verso una lenta agonia, «vogliono – come ha sostenuto recentemente il sindaco – il male della città». Al contrario vorremmo che fossero adottate tutte le iniziative utili per poterla rianimare. Prendiamo in prestito alcuni esempi. Cominciamo dall’ospedale “Pugliese”: di cosa si è preoccupato finora il sindaco? Di insistere perché la costruzione del nuovo ospedale avvenga sullo stesso suolo dell’attuale. Fermo restando che sarebbe opportuno che venisse spiegato come sia realizzabile una nuova struttura in costanza dell’attività del vecchio nosocomio, ci si chiede se non fosse meglio dirottare il nuovo edificio qualche centinaio di metri più a nord, nella vasta area dell’ospedale “Ciaccio” che consentirebbe anche di realizzare ampi parcheggi. Comunque sia, trattandosi di un desiderio di là da venire, non ci sembra che ci siano state pari preoccupazioni per la qualità dell’offerta sanitaria a Catanzaro per i prossimi anni. Probabilmente a Palazzo De Nobili sfugge che l’età media dei primari del Pugliese è di circa 60 anni; sicché, considerato che tante professionalità lasceranno la struttura per limiti di età, sarebbe stato importante che si pensasse per tempo a validi sostituti rivolgendosi, se del caso, anche all’esterno.
Ma se, come si sostiene, è necessario un nuovo ospedale perché si continua a spendere denaro per parziali ristrutturazioni? Vedi la facciata principale e il “Centro Sangue” per i quali sono stati appaltati lavori per circa quattro milioni di euro. È ciò con un impiego di denaro pubblico importante, per mettere in sesto una struttura che come si sa è ritenuta a rischio sismico e nonostante si coltivi l’idea di realizzare un nuovo ospedale.
Probabilmente ai nostri amministratori sfugge che una buona amministrazione dovrebbe tenere conto delle priorità di cui la città ha bisogno per dare servizi efficienti ai cittadini e, tra questi, quelli più urgenti riguarderebbero la sistemazione del manto stradale nel centro storico come nei quartieri; un servizio di effettivo controllo del traffico veicolare; il corretto funzionamento della viabilità urbana; la lotta seria ai rumori; l’eliminazione della sosta sui marciapiedi; la rivisitazione critica degli spazi gialli riservati ad alcuni uffici e agli esercizi commerciali; Un verde pubblico curato. Probabilmente questo elenco sarebbe sufficiente per non giustificare “le oltre duemila manifestazioni” (sic!) che, secondo il Sindaco, sarebbero state realizzate nell’ultimo anno a Catanzaro alle quali vanno aggiunte quelle che attendono di essere fatte, come il “Magna Graecia Film F2estival”, posto che sono iniziative che avranno inciso sulle casse comunali. Preferiamo, infine, tacere sul paragone che Abramo ha voluto fare tra Catanzaro e le altre città della Calabria perché riteniamo poco elegante sostenere che le altre hanno fatto di più “per il solo fatto che sono in dissesto finanziario”. Un giudizio che, in mancanza di contraddittorio, si commenta da solo.

*Giornalista

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