COSENZA La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di tredici persone accusate di far parte di un’associazione dedita al riciclaggio di rame radicata e ben strutturata. Il procuratore aggiunto della Procura di Cosenza, Marisa Manzini, ha coordinato l’operazione “Black out”, che ha portato all’emissione di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone nelle province di Cosenza e Catanzaro. Contestati i reati di traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione. All’interno di alcune società di autodemolizione cosentine sarebbero confluiti ingenti quantitativi di cavi di rame rubato a società operanti nel settore energetico, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Il materiale sarebbe stato poi occultato e inviato ad altre società collegate, operanti in altre province, che lo avrebbero inserito nel mercato legale. Sono stati sottoposti a sequestro aziende e mezzi utilizzati per il trasporto. Si tratta di un’operazione congiunta della polizia di Stato e del Corpo forestale. Quattro le persone che all’epoca finirono ai domiciliari. Si tratta di Franco Carriere di Cosenza (43 anni); Francesco Bartucci di Cosenza (44 anni); Fabio Angelo Perri di Lamezia (44 anni); e Giuseppe Lucchino di Lamezia (34 anni). Altre nove misure cautelari sono state emesse nei confronti di: Silvio Ciardullo di Cosenza (33 anni); Adam Daniel rumeno (34 anni); Andrei Cotet rumeno (35 anni) difeso dall’avvocato Amelia Ferrari; Marcello Munegato di Castiglione cosentino 42 anni); Raffaele Carlini di Cosenza (56 anni); Marco Mauro di Cosenza (32 anni); Francesco Bevilacqua di Cosenza (23 anni); Rosario Bandiera di Lamezia (34 anni); e Giovannino Gallo di Lamezia (32 anni).
Le indagini – alle quali nel corso di due anni hanno collaborato anche i sostituti Salvatore Di Maio, Domenico Assumma e Domenico Frascino – hanno permesso di scoprire come all’interno delle aziende “Autodemolizioni Franco Carriere srl” e “F.lli Bartucci snc” di San Pietro in Guarano, nel Cosentino, confluivano ingenti quantitativi di cavi in rame prelevati furtivamente a società operanti nel settore energetico, dei trasporti, delle telecomunicazioni. Il materiale veniva poi destinato alla ditta Ecotek del Catanzarese. La refurtiva veniva portata alle aziende dai componenti dell’organizzazione. E – sempre secondo le indagini – il rame sia pulito che bruciato è stato individuato dagli agenti della squadra mobile e del corpo forestale attraverso numerose intercettazioni e immagini della video sorveglianza perché veniva sigillato in alcuni container al di sotto di uno strato di pneumatici fuori uso o nascosto in veicoli da demolire, accatastati nei piazzali delle aziende. Infine, veniva caricato su mezzi e occultato tra altri rifiuti e inviato alla Ecotek che provvedeva a inserirlo nel mercato locale.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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