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Esami "addomesticati", il nipote del boss rinuncia alla prescrizione

REGGIO CALABRIA La scure della prescrizione lo ha graziato, ma lui e il suo coimputato hanno deciso di rinunciarvi, affrontando il giudizio per almeno uno degli esami passati con il trucco alla fac…

Pubblicato il: 13/06/2016 – 13:36
Esami "addomesticati", il nipote del boss rinuncia alla prescrizione

REGGIO CALABRIA La scure della prescrizione lo ha graziato, ma lui e il suo coimputato hanno deciso di rinunciarvi, affrontando il giudizio per almeno uno degli esami passati con il trucco alla facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea. Così ha deciso Antonio Pelle, nipote del boss Domenico, diplomato con due anni di ritardo e una sufficienza a stento conseguita, e trasformatosi in un piccolo genio appena giunto nell’ateneo reggino. In realtà, in facoltà lo conoscevano più per i suoi mocassini di coccodrillo e la bagarre che teneva in caffetteria che per la sua dedizione allo studio. Ma il suo libretto racconta la storia di uno studente modello. Anzi di uno studente eccezionale. In quarantuno giorni – attesta quel documento – ha passato la bellezza di 9 esami, con il massimo dei voti per di più.
Ma i risultati di quelle prove – hanno scoperto gli investigatori – erano fasulli. O meglio aggiustati. Grazie a capretti, regali, giocattoli o semplicemente il suo cognome, sintesi una storia di ‘ndrangheta e sopraffazione che nella Jonica data forse i primi anni del Novecento. Per almeno uno di quegli esami, “Arboricoltura Generale” Pelle è finito a giudizio insieme a Maurizio Spanò, che per quell’esame lo avrebbe aiutato a posizionare un 30 sul libretto. Peccato che a stento sapesse pronunciare il nome di quella materia.
Quel giorno infatti gli investigatori che lo intercettano, lo ascoltano prima dare istruzioni al professore che lo deve raccomandare con il collega titolare della cattedra di Arboricoltura, quindi informare lo zio Domenico dell’esito dell’esame. Il boss, che su quel nipote “istruito” sembra volerci investire, s’informa «Quanto hai preso?». E lo studente modello gongola: «Trenta! Trenta!». Peccato però che alla successiva domanda del parente su quale fosse la materia stenta a rispondere e balbetta «Agro.. agro… agricoltura?».
Un quadro granitico per gli inquirenti, ma che Pelle – evidentemente – presume di riuscire a smontare.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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