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FATA MORGANA | Gli indagati restano in carcere

REGGIO CALABRIA Niente da fare per la prima tranche di indagati che ha provato a contestare di fronte al Tribunale delle Libertà l’ordinanza “Fata Morgana”, scaturita dall’inchiesta che, secon…

Pubblicato il: 13/06/2016 – 14:55
FATA MORGANA | Gli indagati restano in carcere

REGGIO CALABRIA Niente da fare per la prima tranche di indagati che ha provato a contestare di fronte al Tribunale delle Libertà l’ordinanza “Fata Morgana”, scaturita dall’inchiesta che, secondo la Dda di Reggio Calabria, ha svelato una loggia massonica segreta guidata dall’ex deputato Psdi e storico consigliori del clan De Stefano, Paolo Romeo. I giudici hanno infatti confermato le misure sia personali, sia patrimoniali disposte per l’avvocato Antonio Marra, Domenico Marcianò, l’imprenditore Angelo Frascati, il suo socio Gaetano Tortorella (l’unico ai domiciliari) e il commercialista Natale Saraceno. Per quest’ultimo, il Tribunale ha fatto cadere uno dei capi d’accusa, relativo al suo presunto ruolo all’interno del circolo Posidonia, ma ha di fatto confermato l’intero impianto accusatorio costruito dalla Dda e avallato dai gip, come le misure in precedenza disposte. Decisioni che non fanno ben sperare il principale indagato, l’avvocato Paolo Romeo, e l’imprenditore Giuseppe Chirico, i cui ricorsi saranno discussi nei prossimi giorni.
Non è ancora chiaro invece cosa abbia deciso di fare l’ex manager di Fincalabra Nuccio Idone, considerato un vero e proprio “pupo” nelle mani di Romeo e della sua loggia, cui secondo la Procura deve anche gran parte della sua carriera all’interno dell’amministrazione. Dopo il visto buono dei gip – che pur non convalidando il fermo, hanno immediatamente emesso un’ordinanza di custodia cautelare per i primi arrestati dell’inchiesta Fata Morgana – dal Tribunale della Libertà arriva una seconda, perentoria conferma del quadro accusatorio messo insieme dalla Dda. Al centro, c’è indiscutibilmente l’avvocato Paolo Romeo, mente – sostiene l’accusa – di una loggia massonica segreta che per anni ha condizionato la politica e l’economia reggina, al fine di favorire la ‘ndrangheta.  Schermata da una serie di associazioni e circoli – da Cittadinanza attiva al circolo pescatori Posidonia, da Igea ad altre in  via di individuazione – la loggia è riuscita ad estendere i propri tentacoli all’interno delle amministrazioni locali, come in Parlamento. Obiettivo? Mettere le mani sulla costituenda città metropolitana, i milioni che accompagneranno nascita e sviluppo e l’autonomia politica e amministrativa di cui godrà il nuovo ente.  Un progetto a lungo termine che non ha impedito a Romeo e ai suoi, primo fra tutti l’avvocato Marra, di inserirsi in uno dei maggiori business dell’hinterland nord di Reggio, la riapertura del centro commerciale “La Perla dello Stretto”.

a. c.

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