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Gli "invisibili" di San Ferdinando

Tra le sette opere di misericordia corporale ne spiccano, almeno due: dar da mangiare agli affamati e alloggiare i pellegrini. Ebbene, c’è qualcuno che li osserva,fatte poche debite eccezioni? Alme…

Pubblicato il: 14/06/2016 – 17:07

Tra le sette opere di misericordia corporale ne spiccano, almeno due: dar da mangiare agli affamati e alloggiare i pellegrini. Ebbene, c’è qualcuno che li osserva,fatte poche debite eccezioni? Almeno dalle nostre parti. Ormai ci lasciamo prendere dall’egoismo e dall’individualismo esasperato. È il caso degli immigrati che, a San Ferdinando, salvo rare eccezioni, vengono lasciati all’abbandono, da pubbliche autorità e da privati da cittadini. Prova ne è che, a seguito di un violento litigio all’interno delle tendopoli uno di loro, proveniente dal Mali, ci ha rimesso la pelle, sparato da un carabiniere, a quanto pare, per legittima difesa, dopo essere stato ferito a colpi di coltello. La stessa manifestazione, pacifica, all’indomani, è servita a reclamare maggiore attenzione verso di loro. Perché? Perché nessuno si preoccupa di loro, tutti fanno annunci, qualche volta visite, quando accade l’imponderabile, ma poi.. tutto passa nell’indifferenza.
C’è voluta l’organizzazione umanitaria indipendente di “Medici per i diritti umani” a denunciare, per l’ennesima volta, le drammatiche condizioni abitative, igienico-sanitarie e lavorative in cui sono costretti a vivere i circa 2.000 migranti che annualmente giungono nella piana di Rosarno-San Ferdinando per la stagione degli agrumi. Ultimata la raccolta di mandarini, clementine ed arance, questi “invisibili dimenticati” passano le loro giornate nell’indigenza più nera, al di là di ogni immaginazione. In meno di un mese, con una clinica mobile, la Medu (Medici per i diritti umani) ha assistito quasi duecento braccianti, per lo più dell’Africa sub-sahariana,, costretti a “vivere” in baraccopoli e casolari abbandonati, a San Ferdinando e Rosarno.
E non si è trattato solo di assistenza medico-ospedaliera, ma anche della distribuzione di 120 sacchi a pelo termici per donne e bambini, ma anche adulti, dei quali non si occupa nessuno, o quasi. Sono stato a vederle le baraccopoli nella c.d. zona industriale di San Ferdinando. Mal me ne incolse. E non solo per i cattivi odori,( non ci sono servizi igienici) ma per la vista delle cosiddette camerette, per l’abbandono,per la sporcizia, per il freddo. I Medici per i diritti umani hanno parlato, mettendolo nero su bianco, di «una condizione di assoluto degrado in cui questi migranti sono costretti a vivere del tutto incompatibile con quei principi di civiltà che un Paese rispettoso dei diritti fondamentali della persona dovrebbe sempre e comunque garantire. Altro che Lampedusa: della città siciliana, si parla, ma si fa. Ma qui tutto passa in sordina, il fatto non appartiene a nessuno» Faremo, è stato detto da ministri ed uomini di governo, ma il verbo è rimasto al futuro che si spera prossimo, ma…son passati anni ed anni.
La solitudine e l’abbandono ci appaiono aumentati. Lavorano da sette a nove ore al giorno per percepire, in media, 25 euro per una giornata di lavoro. Solo un terzo dei 900 ospiti San Ferdinando riesce a consumare, grazie alle Charitas, alle Parrocchie e ai pochi volontari, due miseri pasti al giorno, Il resto si deve accontentare di due arance di giorno e di un pasto la sera. Non siamo, forse, una regione civile? La civiltà di un popolo si mostra anche pensando agli invisibili dimenticati!

*ex capo redattore Rai Calabria

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