Ultimo aggiornamento alle 16:13
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 9 minuti
Cambia colore:
 

Padre Fedele promette: «Tornerò all'Oasi»

COSENZA «Aprire un fascicolo per calunnia. Questa mattina ho parlato con il procuratore aggiunto Manzini che si è detta disponibile a valutare tutte le carte anche se ancora non ha ricevuto nulla d…

Pubblicato il: 14/06/2016 – 16:27
Padre Fedele promette: «Tornerò all'Oasi»

COSENZA «Aprire un fascicolo per calunnia. Questa mattina ho parlato con il procuratore aggiunto Manzini che si è detta disponibile a valutare tutte le carte anche se ancora non ha ricevuto nulla dalla Corte d’Appello di Catanzaro. La sentenza di secondo grado mette nero su bianco che l’inattendibilità si evinceva già dalla sentenza di primo grado». Lo ha detto l’avvocato Eugenio Bisceglia, difensore assieme al collega Franz Caruso, di Padre Fedele assolto in modo definitivo dall’accusa di violenza sessuale ai danni di una suora. Gli fa eco il collega Caruso che ribadisce come non ci siano «né vincitori e né vinti. Perché nessuno restituisce a Padre Fedele undici anni di vita. Adesso la paura dei cittadini è che ci vogliano tempi lunghissimi per fare giustizia». I legali del frate ultrà arrivano in anticipo e si concedono ai microfoni dei giornalisti poco prima della conferenza stampa convocata, in un albergo di Cosenza, alcuni giorni dopo la decisione della Suprema Corte di rigettare il ricorso della Procura generale confermando l’assoluzione per il religioso.

I GRAZIE DI PADRE FEDELE Padre Fedele – che arriva attorno alle sedici – era stato condannato in primo e secondo grado a nove anni di carcere, assieme al suo segretario Antonio Gaudio (condannato a sei anni) con l’accusa di aver abusato di una suora all’interno dell’Oasi francescana, la struttura d’accoglienza fondata dal religioso. Ma la Cassazione annullò quella sentenza rinviando tutto a una nuova Corte d’Appello di Catanzaro che invece un anno fa ha assolto Padre Fedele, condannando Gaudio solo per un capo di imputazione (cioè abusi ai danni di una altra donna e non della suora). Dopo il ricorso della Procura generale lo scorso 9 giugno la Corte di Cassazione ha messo la parola fine a una vicenda processuale lunga e complessa. Padre Fedele è senza voce «forse per la gioia», dice e aggiunge: «Il mio grazie va a Dio che mi ha dato la forza di affrontare tutto ciò per oltre dieci anni. Ma devo ringraziare anche i miei legali Eugenio Bisceglia e Franz Caruso che mi hanno sostenuto sempre. Soprattutto grazie a quel fascicolo che Bisceglia ha trovato e senza il quale sarei in carcere. Ringrazio anche tutti i ragazzi degli studi di Bisceglia e Caruso. E ringrazio anche l’avvocato Roberto Loscerbo che ora è in Paradiso. Della politica ringrazio Roberto Sacco che è andato fino a Roma per me». Un messaggio ai suoi colleghi sacerdoti lo ha lanciato: «Visto che ci sono ancora esponenti della Chiesa che dicono che io sono stato sospeso a divinis non per l’accusa di violenza sulla suora, ma perché ho disubbidito: questa è una grande bugia. Ringrazio l’arcivescovo Nolè per la grande possibilità che mi ha dato. Sono stato assolto perché il fatto non sussiste e i giudici hanno stabilito che la suora è inattendibile. Sono passati cinque giorni ma ancora non ho sentito la suora. Spero abbia chiesto scusa a Dio e deve chiederlo alla città di Cosenza, che è stata profanata».

IL CRUCCIO DI CARUSO La parola passa poi all’avvocato Caruso che non ha dubbi che questa vicenda «passi negli annali della storia cosentina e non solo. Fedele, che ho sempre chiamato così per affetto e fiducia, e l’esperienza di questo processo mi porta a ringraziare lui perché non è facile trovare un cliente che ti dà fiducia così. Abbiamo passato momenti terribili come subito dopo la condanna in primo grado a nove anni e sei mesi. Fedele non ha avuto mai la difficoltà di affrontare processi, attacchi, polemiche e un’opinione pubblica divisa. Ma in questi quasi undici anni ha avuto un solo cruccio: quello di non poter dire messa e su questo noi non potevamo fare nulla. Fedele ha costruito un’Oasi anche grazie alla generosità dei cosentini: questo è stato anche certificato dal processo perché la gestione della struttura è stata passata ai raggi x e non è stata trovata alcuna irregolarità. Mi auguro che la magistratura faccia chiarezza istruendo un processo per calunnia contro la suora. Oggi però – ha concluso Caruso – possiamo gioire parzialmente perché la giustizia è arrivata troppo tardi. Ma per fortuna è arrivata».

L’ASSO NELLA MANICA DI BISCEGLIA «Mi sarei aspettato un mazzo di fiori da Padre Fedele perché quando lui prese Messa avevo cinque anni e gli regalai un mazzo di fiori. In tutti questi quasi undici anni gli ho sempre detto “ne usciamo”. Oggi mi sarei aspettato io i fiori»: inizia con un ricordo di un rapporto profondo e fraterno l’intervento dell’avvocato Bisceglia. E spiega poi il «malloppo di quasi trecento pagine» consegnato alla Corte nel secondo processo d’appello: «Quel fascicolo è frutto di un lavoro intenso fatto anche con il supporto di un’agenzia investigativa. Così i giudici hanno cambiato idea. Pochi sanno, ma è riportato nella sentenza della Corte d’Appello, che la mattina del 22 giugno del 2015 chiamai Padre Fedele e gli dissi che il procuratore generale aveva chiesto la prescrizione per tre capi di imputazione, come quello della violenza privata. Gli dissi che dovevamo rinunciare perché credevo fermamente nella sua innocenza. Lui così fece». L’avvocato Bisceglia ha ricordato anche l’eco mediatica internazionale avuta dalla vicenda: «Quest’uomo è finito sul “New York Times”. Sui danni valuteremo quello della ingiusta detenzione». Il legale adesso crede davvero nella Divina Provvidenza: «Stamattina mentre andavo in Procura ho incontrato la dottoressa Manzini alla quale ho detto: “Ora cosa facciamo?”. E lei con grande professionalità ha detto di avere solo una conoscenza mediatica della vicenda e che appena leggerà gli atti valuterà il da farsi in merito a quello che è di sua conoscenza».

APRIRE UN FASCICOLO PER CALUNNIA L’avvocato Bisceglia spiega che se dopo la Cassazione «c’è esecutività per Gaudio, ci deve essere anche per un reato procedibile d’ufficio quale la calunnia». Bisceglia, poi, risponde anche al Centro Lanzino che aveva diffuso una nota in cui parlavano di «insabbiamento e imbavagliamento della verità». I legali Bisceglia e Caruso hanno dato alla stampa un comunicato in cui hanno risposto alla nota del Centro Lanzino in cui hanno sottolineato come «così facendo il Centro ha lanciato accuse precise che vanno chiarite e circostanziate con nomi e cognomi».

LA TEORIA DEL COMPLOTTO E ai giornalisti che hanno ricordato come per anni Padre Fedele parlava di complotto, i legali hanno precisato di non avere problemi a fare nomi e cognomi, ma sta di fatto che «di video porno, filmini e quanto altro non c’è una prova nelle sentenze». «L’opinione pubblica – ha detto Franz Caruso – venne confusa con notizie filtrate artatamente. Ma quanto una sentenza di merito parla di inverosimiglianza allora significa che c’è una costruzione fantasiosa. I dubbi restano: è una cosa che si è inventata la suora o che le hanno fatto inventare? È una risposta che non so dare». E l’avvocato Franz Caruso ricorda anche «la strana coincidenza della vicenda Papa Giovanni: dopo che scoppia lo scandalo, Fedele si offre per aiutare la struttura e subito esplode il caso che lo travolge. Noi vogliamo l’accertamento della verità e vogliamo che venga chiarito il movente. Abbiamo grande rispetto per i legali di parte civile e per il Centro Lanzino. Non ci sono ombre nelle decisioni dei giudici ma dobbiamo capire perché si è voluto colpire un riferimento certo per questa città. Perché Padre Fedele era un personaggio di Cosenza. Mi auguro che la Procura apra un fascicolo pur sapendo che ci sarà la prescrizione. Spero che la dottoressa Manzini lo faccia per capire se dietro ciò c’è l’azione isolata della persona offesa o che ci sia altro».
Padre Fedele non vuole ribadire le cose già dette anche per rispetto dei suoi legali, però qualcosa l’ha detta: «Perché Stefano Dodaro è andato a Roma? Monsignore Marra deve dire adesso la verità: chi c’è dietro la suora? È stata infangata una città anche perché io ho avuto una grande dimostrazione d’affetto».

< strong>IL CASO DELL’OASI L’avvocato Bisceglia ha ricordato la nascita dell’Oasi creata grazie alla generosità dei cosentini, ma Padre Fedele non volle che quel terreno venne intestato a lui ma all’Ordine. Poi convocarono un consiglio di amministrazione quando lui era in carcere. Ora c’è in corso un processo civile. «Ma – ha detto Bisceglia – l’Oasi non tornerà mai a Padre Fedele. Ma un gruppo di persone capeggiata dall’avvocato Barba vogliono organizzare una petizione affinché Padre Fedele possa tornare a dire messa». «Questo caso – ha detto Franz Caruso – non ha la notorietà di Tortora ma poco ci manca. Purtroppo non esiste un sistema di giustizia perfetto. E per questo voglio sottolineare l’aiuto professionale dei nostri collaboratori. Una donna che subisce una violenza sessuale si ricorda o no la data? E poi resti ancora nell’Oasi? I dubbi – ha ribadito più volte Caruso – restano. La denuncia viene scritta poi a quattro mani». «Io ho grande stima del dottore Branda (gip del Tribunale di Cosenza, ndr) – ha detto l’avvocato Bisceglia – ma credo sia stato tratto in inganno dal dottore Curreli (l’allora pm che si occupò del caso, ndr). In tutta questa vicenda io stesso mi sono dovuto scontrare con due poteri: magistratura e Chiesa». Un’ultima battuta sul risarcimento dei danni, per i legali «ciò che ci spetta andrà ai poveri». Padre Fedele ha sottolineato che «ai suoi legali non ha dato un euro. Anzi sia Franz che Eugenio mi riempiono la macchina di cibo e altre cose per i poveri».

«SOSTEGNO A GAUDIO» L’avvocato Caruso ha fatto poi un appello ai cosentini per aiutare Padre Fedele a completare la sua nuova Oasi. I legali non hanno voluto dire nulla sulla posizione di Gaudio «non essendo i suoi legali. Sappiamo – hanno aggiunto – che ancora l’ordinanza non è stata eseguita fino a questo momento. Speriamo che si possa trovare una soluzione». Padre Fedele prima di andare via ha fatto però due promesse: «Io tornerò all’Oasi e ora porterò avanti la mia battaglia per Gaudio che è innocente come me». Gaudio – è bene ribadirlo – era accusato di violenza di gruppo sulla suora ma è stato assolto come Padre Fedele. È stato condannato solo per il capo di imputazione che riguardava gli abusi ai danni di un’altra donna ospite dell’Oasi.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x