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Rango-Zingari, «ecco come è stato catturato Lamanna»

COSENZA Le fasi della cattura di Daniele Lamanna sono state ricostruite in modo dettagliato nel corso di un’udienza del processo a carico della cosca Rango-Zingari che si sta svolgendo nel Tribunal…

Pubblicato il: 14/06/2016 – 11:19
Rango-Zingari, «ecco come è stato catturato Lamanna»

COSENZA Le fasi della cattura di Daniele Lamanna sono state ricostruite in modo dettagliato nel corso di un’udienza del processo a carico della cosca Rango-Zingari che si sta svolgendo nel Tribunale di Cosenza. Sul banco degli imputati, che hanno scelto il rito ordinario, ci sono Franco Bruzzese, Daniele Lamanna, Francesco Vulcano, Antonio Chianello, Alessio Chianello, Stefano Carolei, Gianluca Cinelli, Gianluca Marsico, Sharon Intrieri, Jenny Intrieri, Anna Abbruzzese e Giovanni Fiore. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero fatto parte del clan Rango-Zingari al cui vertice ci sarebbe Maurizio Rango. La cosca, nel tempo, avrebbe stretto alleanze con altre due consorterie criminali attive nel Cosentino, la cosca Lanzino-Patitucci e Perna-Cicero-Musacco-Castiglia. L’associazione – sempre secondo l’inchiesta – avrebbe gestito il racket delle estorsioni imponendo il pizzo anche con la violenza. Il pm della Dda Pierpaolo Bruni ha ascoltato diversi agenti, all’epoca dei fatti in servizio alla Mobile. In particolare, l’ispettore capo Paolo Le Coche ha ripercorso il momento della cattura di Daniele Lamanna avvenuta il 24 marzo del 2015 a Trenta. L’ex latitante si trovava in casa del suocero. «Lo abbiamo rintracciato nell’abitazione del suocero – ha detto l’ispettore – e io sono stato il primo a entrare nell’appartamento: mi ha aperto il suocero assieme al figlioletto di Lamanna. Ho subito chiesto chi fosse in casa con loro e ai suoi tentennamenti ho intuito subito che Lamanna potesse essere lì. Ho pensato a mettere immediatamente in sicurezza prima il bambino, facendolo allontanare, e poi anche il suocero. Quando sono entrato nel soggiorno ho trovato Lamanna che, rispondendo alle mie domande, ha detto di essere armato e ci ha consegnato le armi».
Il pm ha depositato i verbali di sequestro delle armi. Sono stati sentiti poi l’agente Michele Bruno, all’epoca dei fatti in servizio alla Mobile, che ha riferito di un intervento in un locale nel quale Vulcano stava minacciando i proprietari. Gli agenti Domenico Guido e Salvatore Palermo hanno parlato di attività investigative relative a delle estorsioni. In particolare Palermo ha riferito di intercettazioni effettuate nel carcere di Benevento in cui era detenuto Bruzzese e dall’ascolto delle conversazioni aveva capito che si potesse trattare di armi. Da lì il via alle indagini e al sequestro delle armi. Palermo ha fornito anche i dettagli di un’attività che ha riguardato le indagini avviate dopo le richieste estorsive avanzate dai presunti componenti della cosca ai proprietari di una nota pizzeria del centro storico. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 luglio.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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