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Acheruntia, le mosse della difesa

CATANZARO Diverse le questioni preliminari al centro dell’udienza, che si è svolta a Catanzaro, per gli indagati dell’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro che nel luglio 2015 ha provocato…

Pubblicato il: 15/06/2016 – 15:13
Acheruntia, le mosse della difesa

CATANZARO Diverse le questioni preliminari al centro dell’udienza, che si è svolta a Catanzaro, per gli indagati dell’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro che nel luglio 2015 ha provocato un terremoto politico ad Acri. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta “Acheruntia”, ci sono tra gli altri Michele Trematerra e Angelo Gencarelli, rispettivamente ex assessore regionale all’Agricoltura ed ex consigliere comunale di Acri. Secondo le accuse rivolte ai 24 indagati – tra i quali compare anche Giuseppe Perri, indicato dagli inquirenti come il reggente della cosca sul territorio acrese – Gencarelli, in particolare, è sospettato di essere divenuto l’anello di congiunzione tra la consorteria criminale e le istituzioni pubbliche, forte anche dello stretto legame con Trematerra. A sua volta, l’ex assessore regionale avrebbe beneficiato di questi rapporti perversi in termini di sostegno elettorale. Nell’inchiesta sono finite, complessivamente, 24 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e reati in materia di armi.

GLI INDAGATI Il gup dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti di Elio Abbruzzese, Francesco Abbruzzese, Luigi Belsito, Giuliano Bevilacqua, Alfredo Bruno, Giuseppe Burlato, Domenico Cappello, Franco Caruso, Andrea Cello, Angelo Cofone, Adolfo D’Ambrosio, Claudio Dolce, Giampaolo Ferraro, Angelo Gencarelli, Salvatore Gencarelli, Rinaldo Gentile, Massimo Greco, Enzo La Greca, Luigi Maiorano, Gemma Martorino, Giuseppe Perri, Antonio Rosa, Giuseppe Tarsitano e Michele Trematerra.

L’UDIENZA PRELIMINARE Il collegio difensivo, questa mattina, ha avanzato al gup diverse questioni preliminari. Nello specifico, è stato sottolineato come la richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata prima della scadenza dell’avviso conclusione indagini. Le difese hanno sollevato pure l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni. Qualche indagato non avrebbe neanche ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Il gup Gioia scioglierà le riserve nella prossima udienza fissata per il 29 giugno.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro (procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e sostituto procuratore Pierpaolo Bruni) e sviluppate, congiuntamente, dal Nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza e dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Rende, hanno consentito di delineare l’assetto della cosca attiva ad Acri, i cui appartenenti – secondo l’accusa – erano dediti, fra l’altro, a “condizionare” l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. In tal senso, sono state riscontrate “pressioni” nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità. La Procura di Catanzaro aveva chiesto l’arresto per tutti gli indagati, e anche per Michele Trematerra. Che il gip aveva rigettato. Ma – dopo il ricorso presentato in Cassazione dalla Procura – la Suprema Corte ha accolto le motivazioni della Dda rinviando la decisone a un nuovo Tribunale del Riesame di Catanzaro. Nel collegio difensivo, tra gli altri, anche Vincenzo Guglielmo Belvedere, Marcello Manna, Antonio Quintieri, Luigi Ripoli, Lucio Esbardo.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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