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Ambiente senza difese, la Regione dimentica il Qtrp

CATANZARO L’ambiente calabrese corre il rischio di restare senza difese. Dalla mezzanotte del 14 giugno, le norme di salvaguardia adottate dal consiglio regionale in attesa dell’approvazione defini…

Pubblicato il: 15/06/2016 – 14:27
Ambiente senza difese, la Regione dimentica il Qtrp

CATANZARO L’ambiente calabrese corre il rischio di restare senza difese. Dalla mezzanotte del 14 giugno, le norme di salvaguardia adottate dal consiglio regionale in attesa dell’approvazione definitiva del Qtrp (il Quadro territoriale regionale paesaggistico) sono scadute. Dopo tre anni di onesto servizio, non sono più buone a stabilire vincoli restrittivi per le costruzioni e a tutelare, di conseguenza, il territorio. In più di mille giorni, né la vecchia giunta regionale (che ha prodotto il Qtrp adottato nel 2013), né quella messa in piedi da Mario Oliverio sono riuscite a completare l’iter. E adesso si rischia il paradosso: mentre si enunciano meccanismi sempre più stringenti contro la speculazione, in nome del consumo di suolo zero, la burocrazia corre il pericolo di non avere armi per difendere boschi, montagne, Zone di protezione speciale e Siti di interesse comunitario. Tutto perché la politica ha avuto altro da fare. Cosa succederebbe se qualcuno chiedesse di realizzare una discarica (o un parco eolico) in un’area boschiva? In teoria la Regione avrebbe scarsissima voce in capitolo e la patata bollente resterebbe in mano al sindaco del Comune interessato. Certo, qualche strumento resta in piedi (per fortuna c’è la Valutazione di impatto ambientale), ma resta il paradosso di una classe dirigente che dimentica di approvare lo strumento principe per la tutela del territorio e la programmazione di area vasta. Bazzecole, insomma.
«E dire che lo strumento c’era già», spiega Alfonso Dattolo. «Il “nostro” (nel senso della vecchia maggioranza di centrodestra, ndr) documento era stato approvato all’unanimità, non si può dire che il centrosinistra non lo conoscesse. Sarebbe bastato approvare quello. Di sicuro sarebbe stato meglio che non avere nulla». Invece, nell’ultima seduta della passata consiliatura, tra una leggina che liberalizzava gli accreditamenti in sanità (e poi fu impugnata dal governo) e il ricordo (sacrosanto) di Raf Vallone, non si trovò il tempo di concludere l’iter avviato. E dire che Dattolo chiese addirittura di approvare il Qtrp per appello nominale e si prese una mezza tirata d’orecchie dal “suo” (militavano entrambi nell’Udc) presidente del consiglio regionale Francesco Talarico. Da quel giorno, il fantasma del Quadro paesaggistico si aggira nelle stanze dei bottoni, ma nessuno ha pensato di dare un’accelerata risolutiva alla sua approvazione. L’assessore all’Urbanistica, il prof dell’Unical Franco Rossi, che si era reso conto della difficoltà di progettarne uno nuovo, aveva pensato di prendere il vecchio e passarlo ai voti. Ma pure quel progetto si è perso nelle nebbie. E adesso la Regione è (politicamente e tecnicamente) in grave difficoltà.

L’ITER Proviamo a rimettere insieme i pezzi dell’iter (e del pastrocchio). Era il 15 giugno 2013 e il consiglio regionale adottava il Quadro territoriale regionale paesaggistico della Regione Calabria. Un insieme di regole pensate per tutelare l’ambiente dalle aggressioni speculative, per evitare che iniziative particolarmente impattanti si realizzassero vicino a siti protetti o, ad esempio, in aree occupate da boschi. Quell’adozione non era l’ultimo step. Perché il percorso potesse dirsi completo, il consiglio regionale – entro 90 giorni – avrebbe dovuto decidere su eventuali osservazioni e proposte al documento per poi approvarlo in via definita. Nel frattempo, «dalla data di pubblicazione sul Burc dell’avviso di avvenuta adozione del Qtrp (il 15 giugno, appunto, ndr) si applicano le misure di salvaguardia di cui all’articolo 12 comma 3 del Testo unico edilizia numero 380 del 2001». Questa norma spiega che «la misura di salvaguardia non ha efficacia decorsi tra anni dalla data di adozione dello strumento urbanistico». Ma cosa sono le misure di salvaguardia? Sono strumenti atti a non compromettere il territorio nel periodo tra l’adozione di uno strumento urbanistico e la sua approvazione. Consistono, cioè, nella sospensione di ogni determinazione sulle domande di permesso di costruire in contrasto con il piano adottato. Se il Qtrp prescrive delle limitazioni ma non è ancora legge, le misure servono proprio a rendere operative quelle limitazioni in attesa che il consiglio regionale dia il via libera. Questo per tre anni. Il guaio, per la Calabria e per il suo territorio, è che i tre anni sono appena passati e la politica non è riuscita, in un lasso di tempo tutt’altro che breve, ad approvare lo strumento urbanistico. Stando alle leggi citate nei comunicati ufficiali dell’epoca, dunque, il territorio parrebbe momentaneamente sguarnito. L’unica speranza è quella di trovare una scappatoia legislativa. O di correre più in fretta che si può per rimediare all’errore.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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