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Metalmeccanici in piazza a Catanzaro

CATANZARO Occupazione e sviluppo, ma anche indicazioni sulle prospettive per il futuro del comparto che dovranno arrivare dal governo nazionale, questi i temi al centro della mobilitazione dei meta…

Pubblicato il: 15/06/2016 – 12:09
Metalmeccanici in piazza a Catanzaro

CATANZARO Occupazione e sviluppo, ma anche indicazioni sulle prospettive per il futuro del comparto che dovranno arrivare dal governo nazionale, questi i temi al centro della mobilitazione dei metalmeccanici che sono scesi in piazza anche a Catanzaro (erano circa 300), per chiedere a gran voce il rinnovo del contratto nazionale dei lavoro, un rinnovo che dovrà però nascere da rassicurazioni sulla politica industriale del Paese.
All’ombra dei vessilli delle sigle sindacali Uilm, Fiom e Fim, si sono alzati al cielo slogan contro il governo Renzi. Alla manifestazione ha preso parte anche il segretario generale Uilm Rocco Palombella: «Sono qui perché la Calabria è una delle tre realtà del Mezzogiorno in cui si è sentita di più la cristi rispetto al resto del Paese. Oggi vogliamo infatti porre al centro dell’attenzione del governo i problemi del Sud, sensibilizzando tutte le istituzioni sul tema affinché sollecitino il governo. In Calabria, per esempio, la vicenda del mancato insediamento produttivo nel settore dell’automobile è diventata il simbolo delle difficoltà della regione perché quello stesso progetto, altrove, sta andando avanti mentre qui si è arrestato», ha detto.
Palombella è stato poi critico anche nei confronti dei Patti per il Sud: «Siamo stufi di patti – ha detto -, siamo tutti d’accordo se sono costruiti per lo sviluppo, ma negli ultimi anni ci sono stati tanti patti e pochi fatti».
Nel mirino di Massimo Covello, segretario regionale Fiom, è poi finita Confindustria: «Non pensi Confindustria di ripristinare le gabbie salariali riducendo i diritti dei lavoratori. Vogliamo poi che la Calabria affronti i temi del lavoro con una politica industriale seria e crei così nuove opportunità. Nella nostra regione ci sono idee di giovani, alcune start-up, che hanno bisogno di sviluppo industriale vero. E poi è una vergogna che settori come i trasporti, l’igiene urbana, la depurazione, la rete idrica e l’energia non siano elementi fondamentali di politiche del lavoro ed industriali. Non è un problema di soldi, ma di cambio di passo».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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