TORINO Boss della ‘ndrangheta che volano dalla Calabria a Torino per guardare gratis, allo stadio, la partita della Juventus. Anche questo episodio compare nelle quasi cinquecento pagine della sentenza San Michele, il processo sulla presenza nel capoluogo piemontese delle ‘ndrine crotonesi terminato lo scorso dicembre con 11 condanne. A raccontarlo è stato un pentito, Domenico B., che il giudice Maria Francesca Abenavoli ritiene «di grande interesse» per chiarire la posizione di una delle figure principali dell’inchiesta, Mario Audia.
La partita in questione è Juventus-Arsenal del 5 aprile 2006. In quell’occasione un gruppo arrivato in volo dalla Calabria si presentò in un bar gestito da Giacomo Lo Surdo, capo del gruppo “Arditi” (che ha patteggiato la pena per un episodio emerso a margine dell’inchiesta San Michele).
«Fummo accolti – è il racconto – da un ragazzo che ci consegnò i biglietti in una busta. Non pagammo. E preciso che il ragazzo si vantava di poter disporre ogni settimana di biglietti per l’ingresso allo stadio e di somme di denaro che percepiva dai giocatori della Juve». Audia organizzò il viaggio ma, nonostante la fede bianconera, non vide la partita con i compagni. La Juventus e i suoi calciatori non sono mai stati interessati a nessun titolo dagli accertamenti degli investigatori.
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