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Le bordate (e la sfida) di Gentile a Oliverio

CATANZARO C’è il Tonino Gentile che non ti aspetti nell’intervento che il sottosegretario svolge, in maniera ufficiale e in rappresentanza del governo Renzi, alla convention voluta da Confindustria…

Pubblicato il: 17/06/2016 – 6:23
Le bordate (e la sfida) di Gentile a Oliverio

CATANZARO C’è il Tonino Gentile che non ti aspetti nell’intervento che il sottosegretario svolge, in maniera ufficiale e in rappresentanza del governo Renzi, alla convention voluta da Confindustria Calabria per presentarsi al suo nuovo presidente nazionale, Vincenzo Boccia, e tenutasi martedì scorso a Catanzaro.
Eppure la cosa pare scivolar via, nella Calabria degli stomaci forti, come nulla fosse accaduto, come se non si fosse registrato, in quella sede, un lucido, dettagliato e impietoso esame di una condizione economica resa irrecuperabile dalle debolezze e dalle inadeguatezza dei principali protagonisti: da Invitalia al governo regionale.
Muove, il sottosegretario, per condurre il suo attacco, dai dati contenuti nel “Rapporto sull’economia calabrese nel 2015”, redatto dalla professoressa Nisticò e presentato a Catanzaro. Un rapporto che individua responsabilità politiche ben precise: «Le possibilità di contrastare questi andamenti dipendono fortemente dalle politiche di intervento, sia a carattere regionale che nazionale per non perdere ulteriore ricchezza e tutelare le risorse superstiti cruciali per lo sviluppo regionale». E qui il primo affondo: «La Regione Calabria e, per alcuni versi, il dicastero dello Sviluppo, insieme a strutture pubbliche superdotate finanziariamente e di funzioni per lo sviluppo come Invitalia, hanno gravemente mancato gli obiettivi delle politiche pubbliche: i risultati in Calabria degli impatti territoriali e sociali dei provvedimenti posti in essere a sostegno dello sviluppo sono davvero negativi».
Non solo hanno fatto poco, ma quel poco che è stato fatto, secondo l’analisi di Gentile, è stato anche dannoso: «La politica a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, per la sua natura frammentaria e distorsiva, si è rivelata addirittura controproduttiva laddove, ad esempio, il piano industriale è stato orientato a massimizzare il contributo pubblico, piuttosto che ad assecondare una crescita ordinata ed economicamente sostenibile»,
Un pessimo affare per la Calabria ma tanti ottimi affari per politicanti senza scrupoli: «La nuvola degli intermediari e dei faccendieri ha preso il sopravvento mentre l’esercizio della verifica e del controllo, che spettava al ministero ed alle Regioni, si limitava a pure formalità burocratiche. Abbiamo, in sostanza, sprecato miliardi di euro!».
Gelo tra i banchi degli ospiti politici, approvazione tra quelli degli imprenditori, brusio tra i tanti osservatori, ivi compresi magistrati e uomini delle forze di polizia. E se la Politica ha fallito, i correttivi tecnici hanno fatto peggio. Sul punto il sottosegretario Gentile è chiarissimo: «Detto in tutta franchezza non credo che esternalizzare a Invitalia la missione propria dell’amministrazione abbia indotto un significativo cambio di passo. Per quello che mi è dato sapere Invitalia si è andata progressivamente trasformando in uno strumento passivo, un contenitore buono a tutti gli usi: contratti di sviluppo, agevolazioni, infrastrutture, bonifiche, porti, ricerca e così via, con organici stabilmente raddoppiati da consulenti esterni selezionati alla bisogna. Mentre quello che doveva originariamente fare, cioè attrarre investimenti nelle aree in ritardo di sviluppo è stato relegato in seconda o terza fila».
E chissà cosa ha pensato il governato(re) Gerardo Mario Oliverio quando Gentile, con un sorriso cardinalesco e guardando nella sua direzione, ha lanciato la nuova bordata: «I bandi erga omnes hanno fatto il loro tempo, dobbiamo dedicarci a valorizzare le eccellenze turistiche, agroindustriali, manifatturiere che risiedono nelle regioni del Mezzogiorno ed in Calabria e che molto spesso hanno preferito rifuggire dalle opportunità del pubblico contributo, essendo in grado di auto sostenersi».
In ogni caso il governo e il ministero per lo sviluppo economico, dicastero dove Gentile ha assunto importanti deleghe, si chiamano fuori da ogni scelta autoreferenziale assunta dalla Regione Calabria. È bene chiarirlo subito e pubblicamente: «Personalmente, penso – sottolinea infatti Gentile – che occorra un’azione veramente decisa e senza titubanze, di chiarezza reciproca e di massima cooperazione tra governo nazionale e Regione per far partire gli investimenti. Al momento, purtroppo, sono costretto a registrare un forte ritardo nell’avvio in concreto della programmazione della Regione Calabria per il 2014/2020. Sono passati due anni e ancora tutto sembra fermo e immobile».
Dalle scaramucce alla sfida aperta il passo è breve: «È necessaria una “operazione verità” anche da parte della Presidenza della Regione: bisogna aggredire le debolezze strutturali per uscire dalla trappola e dare una via d’uscita seria e realistica a una prospettiva di continua desertificazione del tessuto produttivo calabrese, drammaticamente riportato da tutti i dati e dai report che conosciamo».
E siccome Tonino Gentile è uomo politico navigato, sa bene che il rischio è di attirarsi l’accusa di avere tracciato una spietata analisi dei problemi ma senza poi indicare i correttivi. Critica la Regione Calabria per quel che non ha fatto ma non dice cosa avrebbe dovuto fare. E qui la perfidia, sommata alla competenza e al supporto di tecnici evidentemente dal Dna assai diverso rispetto a quelli coccolati dal governato(re) Oliverio, fa il resto: «Come far diventare le nostre Università centri di ricerca applicata sui quali gli investitori decidano realmente di investire, iniettando finanza e acquisendo il capitale umano del territorio? Non certo, penso, destinando un po’ di risorse aggiuntive come fatto con il Patto per la Regione Calabria rispetto a quanto già stanziato in sede di Programma operativo regionale 2014/2020, senza prevedere con chiarezza la voce di bilancio di riferimento. Non bastano 40 milioni in più sull’agroalimentare e sull’agroindustriale, o altri 10 milioni per il credito di imposta o un’aggiunta di dieci milioni di euro per l’imprenditoria giovanile e femminile».
Invece, sostiene il sottosegretario, «dobbiamo insieme costruire un pacchetto complessivo e integrato di iniziative del governo nazionale e del governo regionale che impegni risorse certe di tipo straordinario per mobilitare investimenti privati aggiuntivi e per favorire gli investimenti in cooperazione con il sistema dell’università, dell’istruzione e della ricerca applicata calabrese. Dobbiamo immediatamente lavorare per istituire almeno tre o quattro Zone economiche speciali in Calabria, penso a Cosenza-Rende, Crotone, Gioia Tauro e Reggio: aree dotate di una legislazione differente da quella in vigore nel resto del Paese. Le Zes sono consentite dall’ordinamento comunitario: in Europa ce ne sono settanta e molto funzionanti (Madeira in Portogallo e altre realtà in Polonia); e nel mondo abbiamo sperimentazioni di grande successo a Shenzen in Cina e in Russia. L’obiettivo di è quello di attrarre investitori stranieri interessati a fare business in un territorio garantendo un trattamento di favore in termini fiscali, doganali, economici, finanziari e logistici».
In effetti, all’interno della Zes le aziende pagano tariffe più basse e le tasse vengono ridotte o, in alcuni casi, completamente azzerate. Queste aree coincidono, solitamente, con le vie di comunicazione, con le aree industriali o con le regioni in cui insistono poli tecnologici e/o manifatturieri. Nella zona economica speciale, la tassazione è inferiore, si possano attivare imprese in maniera veloce e ci sono condizioni di attrazione veramente convenienti, gestite da una cabina di regia governativa e pubblica.
Certo, serve «una forte quantità di risorse finanziarie certe e immediatamente spendibili, per cambiare il clima e passare dalla sfiducia al coraggio di sperimentare e investire in velocità in ricerca, innovazione e sviluppo». Gentile sostiene che «un segnale nel senso di accelerare l’effettiva capacità di tradurre le risorse effettive e stanziate in nuovi investimenti e in nuova occupazione per la Calabria è stato dato dal governo nazionale il 1° maggio scor
so quando, in sede di Cipe, presieduto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, come ministero dello Sviluppo economico abbiamo ottenuto l’approvazione di una grande dotazione finanziaria per gli investimenti per imprese e per lo sviluppo dei territori del Sud. Si tratta di risorse vere, certe, già appostate nel bilancio nazionale e immediatamente disponibili nei capitoli del ministero. Non si tratta di risorse ipotetiche, immaginarie o da reperire o, come nel caso in questione del Patto per la Calabria, già previste nelle programmazioni operative regionali e quindi espressione di un mero riepilogo contabile. Un vero Masterplan per l’Italia e per il Mezzogiorno costruito su risorse certe e molto significative sul piano finanziario e che costituiscono un volano straordinario per gli investimenti e per la crescita del nostro Paese».
E ancora: «L’approvazione del Programma nazionale complementare “Imprese e competitività”, da me presentato al Comitato interministeriale, per un importo di 700 milioni di euro, che interviene esclusivamente nelle Regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) ed è in aggiunta al Programma operativo nazionale “Imprese e competitività”, già attivo dal 2015».
In effetti il Programma nazionale complementare “Imprese e Competitività”, grande sconosciuto dalle parti della Cittadella regionale, prevede sia interventi di sostegno ai processi di ricerca, sviluppo e innovazione delle imprese (cui sono destinati 165 milioni) sia interventi per lo sviluppo produttivo e occupazionale dei territori di destinazione con una dotazione finanziaria di 503 milioni di euro, unitamente a 27 milioni di euro per assistenza tecnica.
Ma Gentile ha richiamato anche l’approvazione da parte del Cipe di diverse misure a sostegno alle imprese e alla crescita per un totale di circa 290 milioni di euro: «In particolare, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, sono stati assegnati 40 milioni di euro per il rifinanziamento dello strumento agevolativo Autoimpiego nelle Regioni del Sud, che prevede contributi a favore di piccole iniziative imprenditoriali e ben 3,5 miliardi per l’immediato avvio del Piano strategico per la Banda Ultra Larga».
Infine quello che il mMinistero dello Sviluppo economico indica come «pilastro dell’azione di coesione e sviluppo che il governo sta portando a successo»: è indubbiamente il Programma nazionale per la Ricerca per il periodo 2015-2020, con cui si stanziano per il primo biennio 2,5 miliardi per azioni sull’Internazionalizzazione, il Capitale umano, il Programma nazionale infrastrutture, la Cooperazione pubblico privato e ricerca industriale, l’Efficacia e qualità della spesa, il Programma per il Mezzogiorno.
Ma è sul piano strettamente politico che Tonino Gentile ha inteso sfidare, davanti agli industriali calabresi, chi oggi ha responsabilità di governo regionale in Calabria. L’occasione (e la platea) era tropo ghiotta per non regolare qualche conto tra chi è alleato di Renzi nel governo nazionale ma avversario del partito di Renzi in quello della Calabria ed anche nella disfatta delle amministrative di Cosenza.
E i conti con Oliverio, Gentile li regola davanti appunto agli industriali: «Se ci sono problemi, diciamocelo ed evitiamo ritardi. Altrimenti, per quel che mi riguarda, rimanere seduti in posizioni di governo inutile non ha alcun senso. Vorrei aprire da subito un Tavolo straordinario per la Calabria con la Regione, con il mondo dell’impresa, del lavoro e della ricerca diretto all’istituzione di una o più zone economiche speciali in Calabria».

pa. po.

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