COSENZA «Quando si procede a una gara d’appalto, senza consultare un sindaco e un consiglio comunale appena eletti, si dimostra scarsa cultura istituzionale e si rischia di andare incontro a ennesime penali da pagare». Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale Fausto Orsomarso in relazione alla vicenda dell’aggiudicazione da parte della Regione dell’appalto della metro Cosenza-Rende. «La Regione – aggiunge – ha commesso un gravissimo errore non convocando un tavolo dei servizi con i comuni interessati, in primis quello di Cosenza, e agendo con una fretta che non è assolutamente giustificabile. Appaltando la gara si è passati dal diritto pubblico a quello privato, ragion per cui l’annullamento della stessa comporterebbe il pagamento di milioni di euro all’impresa aggiudicataria. Oliverio dovrebbe capire che le istituzioni non parlano tra loro attraverso i giornali, ma con contatti diretti e che a Cosenza quel tracciato non piace: la ragionevolezza avrebbe imposto una discussione; la possibilità di una variante, come avevamo proposto noi, in campagna elettorale, attraverso le proposte dell’architetto Gianfranco Cundari e un percorso limpido che non somigliasse a un blitz. Cosi facendo, invece, Oliverio ha considerato le competenze assegnate ai Comuni come una sorta di optional, un orpello che può essere facilmente bypassato con l’autorità e non con l’autorevolezza. Noi non siamo integralisti e pensiamo che l’opera avrebbe potuto anche nascere, ma su basi diverse, con le varianti proposte da Occhiuto e non certo con una previsione assurda di 40mila persone di bacino quotidiano, realtà che appartiene al passato nel contesto dei rapporti tra area urbana e Università».
«Pensare di andare avanti con il braccio di ferro – conclude Orsomarso – vanifica le esigenze del territorio e restituisce l’immagine di una Regione divenuta fortino, all’interno del quale Oliverio non ha nemmeno il candore del tenente Drogo, il protagonista de “Il deserto dei tartari”».
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