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Agguato a Cosenza, la versione di Rovito

COSENZA Lo avrebbero aggredito prendendo anche a calci la sua macchina. Per questo poi ha reagito prendendo una pistola e sparando. È questa la versione resa agli inquirenti da Filippo Rovito, accu…

Pubblicato il: 20/06/2016 – 11:30
Agguato a Cosenza, la versione di Rovito

COSENZA Lo avrebbero aggredito prendendo anche a calci la sua macchina. Per questo poi ha reagito prendendo una pistola e sparando. È questa la versione resa agli inquirenti da Filippo Rovito, accusato del tentato duplice omicidio dell’ex consigliere comunale di Cosenza Roberto Sacco e del figlio, avvenuto dopo la mezzanotte di sabato a via Popilia. Rovito – già noto alle forze dell’ordine – domenica in tarda mattinata si è costituito in Questura e nel pomeriggio è stato portato in carcere a seguito del provvedimento di fermo emesso dalla Procura per tentato duplice omicidio, minacce aggravate e violazione della legge sulle armi. L’uomo era ricercato dalla notte di sabato quando gli uomini diretti dal questore Luigi Liguori si sono messi sulle sue tracce. Rovito, accompagnato dal suo legale l’avvocato Antonio Sanvito, ha rilasciato dichiarazioni spontanee.

IL RACCONTO DI ROVITO Rovito, 51 anni, ha spiegato agli agenti della Mobile che cosa è successo sabato scorso prima della sparatoria. Rovito e il figlio di Sacco si sarebbero incrociati più volte nel pomeriggio – è la versione di Rovito – tra piazza Zumbini e piazza Europa. In quel frangente riceve diverse telefonate sul cellulare da un numero che non conosce e quindi non risponde, fin quando non riceve un sms in cui gli viene chiesto di rispondere a quel numero. Telefona e risponde Roberto Sacco che gli avrebbe proposto di incontrarsi da soli nei pressi di un supermercato a via Popilia. Ma quando Rovito arriva, trova Sacco assieme al figlio così dopo una breve discussione – è sempre il racconto di Rovito – Roberto Sacco e il figlio lo avrebbero aggredito e malmenato, prendendo a calci la sua macchina. A quel punto Rovito sarebbe andato via e dopo aver cambiato macchina, avrebbe preso una pistola e si sarebbe messo a girare fin quando non ha trovato i due e ha cominciato a sparare. Ha esploso otto colpi di pistola, tre dei quali contro la macchina di Sacco. Rovito subito dopo si è allontanato e ha detto agli inquirenti di aver dormito nei pressi della diga di Tarsia. Domenica mattina la mamma lo ha chiamato per avvisarlo che lo cercavano i poliziotti. Così ha deciso di recarsi in Questura accompagnato dal suo legale Antonio Sanvito.
Nell’immediatezza della sparatoria, Roberto Sacco – per fortuna rimasto illeso assieme al figlio – si è recato subito in Questura denunciando l’accaduto e fornendo le generalità di Rovito. L’ex consigliere, subito dopo, ha rilasciato un commento sul suo profilo Facebook: «Sto bene per fortuna. L’autore è uno squilibrato che cammina armato e fa uso di psicofarmaci».

MOVENTE PASSIONALE Secondo quanto emerso dalle indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Donatella Donato – ci sarebbero stati dissidi tra il figlio di Sacco e Rovito perché quest’ultimo lo ritiene responsabile della fine della sua relazione con la suocera del ragazzo. E – secondo quanto riferito da Rovito – il giovane lo accusava anche di parlare male di lui con la sua fidanzata. Si tratterebbe quindi di un movente passionale che – precisano gli inquirenti – è ancora tutto da verificare e chiarire. Il pm Donato nel pomeriggio di domenica ha emesso un provvedimento di fermo a carico di Rovito che è stato portato nel carcere di via Popilia. Sono in corso ulteriori accertamenti sulla dinamica dei fatti. Domani mattina dovrebbe svolgersi l’interrogatorio di garanzia e l’eventuale convalida del fermo.

mi. mo.

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